mercoledì 5 gennaio 2011

DAI VERDI ARANCETI DI LENTINI ALLE FUCINE AEROSPAZIALI

DAI VERDI ARANCETI DI LENTINI ALLE FUCINE AEROSPAZIALI

Dopo diversi anni ho rivisto Stefano Cosentino, il figlio di Pippo, già professore e preside, e di Tanina Puglisi, funzionaria dell’ASL.
L’avevo conosciuto che aveva 5 o 6 anni, adesso è un gigante quasi quarantenne, sposato e padre di due figli. I suoi occhi sono sempre dolcissimi, la sua espressione e il suo modo di parlare sempre molto delicati.
Ha lasciato Lentini più di dieci anni fa, dopo essersi laureato in Ingegneria Meccanica con specializzazione in Scienza dei Materiali all’Università di Catania
Ora ha casa a Chester, una cittadina inglese fredda e molto graziosa vicina ai confini col Galles, sua moglie, inglese, ha un nome italiano (Andrea), i suoi figli si chiamano Hanry e Daniel, che più inglesi non si può.
Ma a Chester, proprio come dicevo, ha solo casa: vi trascorre la notte e le poche ore dei giorni di festa. Gran parte del suo tempo lo vive nei suoi uffici, che sono due: uno a Blackburn, a poche decine di chilometri da Chester e l’altro a Bloomfield, nel Connecticut, Stati Uniti a qualche migliaio di chilometri dal primo.
È responsabile delle ricerche e sviluppo di nuovi prodotti e processi di un’azienda multinazionale che si occupa nientedimeno che della produzione di componenti per velivoli spaziali e dell’aviazione civile, della costruzione di elicotteri e di droni, e di un centro di ricerca elettro-ottico legato al settore della difesa. Il nome dell’azienda è Kaman Aerospace Corporation e la sua sede principale è quella del Connecticut ed ha un fatturato di circa 1.25 Miliardi di dollari l’anno.
A me piace questa nuova generazione di “giovani senza frontiere” Vivono la loro fase lavorativa con audacia e coraggio. Scelgono le materie e studiano senza paure e poi vanno a cercare il lavoro che a loro interessa dovunque si trovi, non lasciandosi intimidire da distanze o frontiere.
Stefano rimane legatissimo alla famiglia, agli amici, a Lentini e all’Italia. Ne è lontano temporaneamente perché è giusto e bello svolgere un lavoro affascinante e molto gratificante senza compiangersi troppo per qualche sacrificio, ma ad ogni occasione è qua e, quando avrà completato il suo ciclo lavorativo, tornerà a respirare l’aria fragrante degli aranceti.
C’è anche una seconda cosa che mi colpisce e mi fa morire di invidia: i due uffici di Stefano distano qualche migliaio di chilometri l’uno dall’altro. Egli li percorre con la stessa naturalezza con cui gran parte di noi percorre corridoi di muratura, pavimenti e soffitti. Ma lo fa in aereo, sorvolando l’oceano sterminato, sopra le nuvole. Con un computer sopra le gambe (ogni tanto un appunto, una ripassatina…)
Anche questo è nuovo mondo per nuove generazioni senza frontiere. Inimmaginabile fino a qualche anno fa.
Alcuni mesi fa, un altro prezioso giovane lentinese, Rocco Rossitto, su una rivista giovane anch’essa e molto elegante, I love Sicilia,in una rubrica dal titolo “Cu nesci arrinesci” pubblicò una breve intervista a Stefano e questa sua avventura. Gli sono molto grato perché quell’intervista mi ha fatto conoscere cosa sta facendo Stefanone e quale società nuova sta nascendo grazie a lui, Rocco e questa nuova generazione senza frontiere.

2 commenti:

clelia pierangela pieri ha detto...

Una boccata d'aria buona anche per me, leggere te, leggere di un giovane che sa non fermarsi. Leggere di un mondo che ci fa un baffo, perchè noi si va avanti. Tutti.
Ti abbraccio Gug, e scrivi più spesso in questo blog! Lo lasci troppo tempo da solo.

Grazie.
clelia

Guglielmo Tocco ha detto...

Grazie, Clelia, sei sempre generosa. Gug