mercoledì 21 settembre 2011

Firmare con gioia

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Oggi m trovo al Palazzo comunale. Sono venuto per firmare anch’io la richiesta per il referendum per l’abrogazione della legge elettorale vigente, chiamata Porcata da quel raffinato chi la scrisse e Porcellum da tutti gli altri
Sono arrivato al secondo piano e per me è stata una bella fatica. Ma sono felice e soddisfatto. Ancora c’è qualcosa da aggiustare nel mio fisico, ma come cittadino, come membro della comunità, mi sento integro. Ho fatto il mio dovere.
Non voglio dire che sia un dovere di tutti firmare per il referendum, ma per chi, come me, pensa che il sistema elettorale sia sbagliato, è giusto fare un piccolo sacrificio. Per se stesso, oltre che per l’intera collettività.
È questo un periodo in cui forse la parola più usata dagli italiani è “casta”. E la usiamo proprio per sottolineare il distacco, la lontananza non più tollerabile tra il ceto politico. A volte esageriamo facendo di tutta l’erba n fascio, ma spesso facciamo benissimo ad indignarci. Penso che se potessimo, tutti gli italiani, senza differenza di colore politico, faremmo in modo da togliere qualche privilegio alla cosiddetta casta. Ora si stanno raccogliendo le firme per potere decidere NOI cittadini se lasciare o togliere un enorme privilegio alla casta.
In democrazia, in qualunque paese democratico, almeno formalmente, sono i cittadini a scegliere i loro rappresentanti, In Italia, al contrario, non abbiamo neanche il diritto di scrivere un nome, di leggerlo, di pronunciarlo mentalmente.
Sono solo fatti loro.
Eh no! Non possiamo lasciare loro anche questo privilegio..
Ecco perché io sono felice dopo questa faticata.
Perché un giorno potrò dire: anch’io ho fatto qualcosa per eliminare un’ingiustizia.
Andate anche voi al vostro comune finché siete in tempo. E non pensate “tanto le cinquecentomila firme si raggiungeranno di sicuro”. Andate a firmare anche dopo che ne saranno state raccolte uno o due milioni, perché dovete firmare solo per raggiungere un risultato importante, ma anche per la vostra gioia, per la vostra soddisfazione, per tenere in allenamento la spirito libero che c’è in voi, per fare sapere che non ci state a subire senza parlare.

C’è un secondo invito che vorrei rivolgervi.
Venerdì 23 alle 18 all’Arena Santa Croce ci sarà un incontro tra i sostenitori del Progetto Lettura Lentini.
Di questo progetto ho già parlato: Gli adulti di Lentini regaleranno un libro a quindicenni per stimolare i giovani alla lettura, ma anche per assaporare il gusto del regalo di un libro e per essere protagonisti di un processo di acculturazione di Lentini.
È un’iniziativa tutta a carico dei cittadini, al comune sarà chiesto il patrocinio gratuito e qualche sostegno logistico.
I quindicenni di quest’anno, destinatari del libro in regalo, sono circa duecento, gli adulti che già hanno aderito all’iniziativa sono oltre 230.
Venerdì, quindi, la prima riunione per avviare tutta l’operazione. Tutti sono invitati a partecipare.
Anche per questo invito vale quanto detto prima. Non perdete l’occasione di gustare quant’è dolce dare qualcosa per la propria comunità.

sabato 17 settembre 2011

Una risata per salvarci

http://www.lanotizia.tv/index_tg_detail.asp?id=1456

c’è una bellissima fiaba di Andersen che ha per titolo GLI ABITI NUOVI DELL’IMPERATORE
Ve la voglio raccontare con parole mie, è molto breve.
C’era, in un paese del nord nel medioevo, un Re. Per certuni dei suoi sudditi egli era un buon re, per altri un cattivo re. Ma c’era un aspetto di questo re su cui le due fazioni non litigavano mai: la vanità. Sia i suoi sostenitori che i suoi denigratori erano d’accordo sul fatto che al mondo non c’era altro re vanitoso come lui.
Naturalmente il suo palazzo era frequentato da sarti, parrucchieri, gioiellieri, venditori di stoffe e forse anche chirurghi estetici e
trapiantatori di denti e di capelli.
Un giorno bussò al palazzo reale un sarto venuto da lontano. Portato al cospetto del sovrano, si presentò e gli disse
“Sire, sono venuto in possesso di una stoffa così preziosa che al mondo sole sua Maestà è degno di indossare.
“Ah, si?” disse il re “e cos’ha di speciale codesta stoffa?”
“E’ una stoffa che possono vedere solo le persone intelligenti” rispose il mercante “Se Sua Maestà indosserà un abito con essa confezionato potrà scoprire chi è intelligente e chi è sciocco, secondo se commentano il suo abito o se vedono le sue eccellenti nudità”
Il re ci pensò qualche minuto e decisa.
“Bravo, sarto. Mi piace. Ma ad una condizione: che nessun altro al mondo ne indossi uno uguale.” “Certo, maestà”
“Stai attento perché ne va di mezzo la tua testa.”
“Sono tranquillo maestà, nessuno al mondo vestirù mai un abito come il vostro. “
“Allora mettiti subito al lavoro perché domenica prossima ho una cerimonia pubblica e voglio indossare l’abito nuovo”
Il sarto richiese un appartamentino tutto per se, bene illuminato, il cui ingresso fosse vietato a chiunque.
Il re, come abbiamo detto era molto vanitoso e non resistette alla tentazione di parlare del suo nuovo vestito con la moglie, le figlie, il primo ministro, il primo cameriere, la prima guardia e il cappellano. Come fu e come non fu in quei pochi giorni la notizia si sparse in utto il reame.
La domenica mattina il Re uscì dal palazzo tutto impettito. Tutti a dire ma quant’è bello! Premurandosi di compiacere il re ma soprattutto di non far vedere agli altri di essere scemi. In quest’atmosfera gioiosa accade l’inimmaginabile: un bambino che nessuno aveva avvertito e che non aveva ragioni per apparire intelligente, con la sua vocina stridula cacciò un urlo, meravigliato: “Mamma, papà, ma perché il re è nudo? “
A quel punto scoppiò una risata generale. Tutti avevano visto che il re era nudo, ma nessuno voleva passare per sciocco e si fingevano ammirati di quella stoffa. Anche il re si era accorto di essere nudo, ma se lo avesse detto davanti a tutti quegli intelligentoni che figura avrebbe fatto?
In realtà era accaduto che il sarto aveva fatto un pessimo scherzo al re e tutti, chi per convenienza, chi per paura, lo avevano assecondato.
Il bambino non aveva paure né pensava a tornaconti e disse la verità.
Credo che oggi in Italia ci troviamo come in quel reame: Ci governano dei comici da avanspettacolo e cortigiani e avversari, per paura o per convenienza, non glielo dicono, Li trattano con rispetto e serietà. E in Italia va sempre peggio.
Vogliamo provare a vedere cosa succede se cominciamo a fare i bambini della fiaba e cominciamo a ridere, sghignazzare, spernacchiare ogni volta che aprono bocca?

SPORT E ALTRUISMO


SPORT E ALTRUISMO


C’è un legame strettissimo tra il mondo della sport e il mondo del volontariato, della donazione, dell’impegno sociale. Si direbbe che nel DNA degli sportivi, oltre a quello della lotta e della combattività sia sempre presente anche lo spirito della solidarietà e dell’altruismo. Potrei citare centinaia di casi e forse lo farò pure, ma per l momento voglio parlare di un paio di esempi che durante l’estate che sta per concludersi hanno attratto l’attenzione di molti.
A Noto ha avuto corso la terza edizione del Memorial Salvatore Rametta. Una gara dilettantistica molto partecipata, che ogni anno si disputa in memoria di Salvatore Rametta, giovanissimo ciclista netino tragicamente scomparso nel 2008, ad appena 15 anni.
Pur ancora adolescente, Salvatore aveva partecipato a diverse gare nelle categorie Esordienti ed Allievi e sempre si era distinto per i risultati conseguiti, per la sportività e per il sorriso che non perdeva mai. La sua ultima gara, quella in cui si compì il suo destino, la corse a Monterosso Almo, il 29 giugno di 3 anni fa. A tre giri dalla fine, una serie incredibile di coincidenze ed errori portò una macchina proprio sul tracciato della corsa. Vi fu un tremendo impatto, e Salvo lottò per nove giorni con tutte le sue forze per non lasciare la vita, la famiglia, il ciclismo. Dovette arrendersi quando aveva 15 anni e pochi mesi. I suoi familiari con grande lucidità e forza d’animo donarono i suoi organi ad altri che adesso combatteva vano per sopravvivere. Tre persone furono salvate da Salvatore. Ed ora quel meraviglioso ragazzino è ricordato dal mondo dello col Memorial di ciclismo in suo nome ed è adorato e conosciuto in tutta Italia come donatore che ha aiutato altre persone a vivere. Non fece in tempo a diventare campione ma diventò eroe.
Il diciassette giugno ultimo scorso, l’Associazione Italiana per la Donazione degli Organi, l’ultima e ormai per sempre Associazione di Salvatore, ha organizzato, all’Arena Santacroce di Lentini, un incontro per divulgare tra i giovani i valori i principi della donazione. Accanto al presidente provinciale, ins. Maria Concetta Sambasile, al presidente della sezione comunale, dott. Concetto Incontro e a decine di militanti e volontari, tra cui, come sempre spiccva Tonino Lieto, hanno dato preziosissimi contributi in termini organizzativi ed anche con esibizioni apprezzatissime, sia la sezione di Lentini dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, con i suoi rappresentanti Piero Risuglia e Filippo Muscio, che il Dojo Karate Shotokan del M° Gaetano Pisano e l’associazione sportiva Sol Latino del Maestro Piero Bosco, Il legame tra sport e altruismo continua

sabato 10 settembre 2011

Un bel libro: L'Etna, il vio, i mercanti, di Marco Leonzio

Ho appena letto questo libro. Ne sono incantato, Racconta l'epopea di una cittadina siciliana, capace di reinventarsi attorno alla produzione e al commercio del vino dell'Etna, di rischiare di sparire con la crisi del vino da taglio e di rinascere e fare rinascere l'economia di un'intera area attorno ad un progetto ancora più grande: la produzione di vini di qualità e la sua commerciallizzazione in tutto il mondo. Lo ha scritto uno storico, da storico, ma si legge come un romanzo (e si beve come un bel bicchiere di Etna rosso). Chiederò a Marco che he regali una copia per la Festa del libro e della Lettura
(Guglielmo Tocco)

Nel contesto della crisi agraria che dagli anni Ottanta del secolo XIX colpisce anche la Sicilia, l’economia del vino appare inizialmente in forte espansione in virtù dell’eccezionale domanda che proviene dalla Francia. Il piccolo centro di Riposto, naturale punto di convergenza e di esportazione dei vini prodotti nell’entroterra etneo, conosce momenti di straordinaria crescita sociale ed economica e l’ascesa di nuovi mercanti, e torna a sognare di dotarsi di un porto efficiente. Presto però una diversa congiuntura conduce ad un crollo verticale delle esportazioni con esiti devastanti per l’economia del territorio. Fra i produttori e i commercianti etnei matura allora una cultura della crisi che porta a un più stretto confronto con le scienze enologiche e con gli istituti di istruzione agraria e a una costante richiesta di migliori infrastrutture, mentre prende corpo l’idea di puntare, attraverso la realizzazione di vini di più alta qualità, su nuovi mercati esteri. (Dalla scheda dell'editore).

martedì 6 settembre 2011

La settimana delle parole perse

Dopo i giorni della merla e l’estate di S. Martino, quest’anno si è inaugurata la settimana delle parole perdute. È quella a cavallo tra agosto e settembre.
1. Tremonti: “Ora paghino anche i ricchi” Splendido no? Io non credo che accadrà, ma come confessione va benissimo. Ammesso che pagheranno, lo faranno solo ORA: Perché il governo è con le spalle al muro. “Scusate, non volevamo” . Ma poi, proprio coi ricchi, poverini. Lasciamoli in pace. Loro non ci sono abituati, cadrebbero in depressione. Loro fanno già tanta beneficenza: chiedete a Tarantini e Lavitola, a Ruby e alla D’Addario
2. Bossi: “L’Italia sta per affondare. Prepariamo la Padania”. Splendido esempio di reinterpretazione delle tradizioni marinare. Per secoli un comandante che aveva il minimo senso dell’onore rimaneva sulla nave che affondava, mentre i topi erano i primi a fuggire. Adesso questo onorevole comandante, al primo lontano segnale non di acqua ma di umidità, pensa subito ad una fuga da topi nella mitica Nazione Padania di prossima fondazione. Che magari resterà come i tre ministeri di Monza: tre stanzette vuote con i ritratti del Presidente Napolitano e del gran capo Bossi. A proposito, a quando una legge che proibisca questi accostamenti blasfemi?
3. Berlusconi: “In Italia sindacati, partiti politici di opposizione e giornalisti sono tutti criminali”. Il motivo? Con le loro critiche al governo scoraggiano i mercati: E le parole di Bossi, appena citate, invece incoraggiano gli investitori? E le sue stesse parole sulla presenza della criminalità sono le più adatte per incoraggiare gli investitori? Se è vero che tutti quelli che scoraggiano gli investitori sono criminali, loro due competono con Al Capone e John Dillinger.
4. Berlusconi bis: ”L’Italia è un paese di merda”. Questa non è stata pronunciata nella settimana delle parole perdute, ma ha fatto in tempo ad entrarci grazie alla pubblicazione di un’intercettazione telefonica. Ma è il fiore più rigoglioso di quel giardino, il più profumato, quello cresciuto proprio con l’alito amorevole di Berlusconi. Immaginavamo che un presidente del consiglio conoscesse l’Italia, ma ci sorprende che ci tanga a far sapere al mondo di essere esperto di escrementi. In ogni caso resta un dato di fatto incontestabile: questo è linguaggio da curva sud e da ubriaconi d’osteria. Roba da scrivere “vietato ai minori” all’inizio dei telegiornali dove potrebbe apparire costui.

venerdì 2 settembre 2011

RIDIAMOGLI IN FACCIA

Urge imparare a ridere. Anzi, a sghignazzare, a sbellicarsi, a scompsciarsi. La serietà, i visi contriti, non hanno risolto niente. Forse una risata sana, anche un po’ sguaiata, se vogliamo, uno sghignazzo, appunto, qualcosa combinerà. Probabilmente non li seppellirà, come diceva qualcuno, ma almeno li riporterà nella loro dimensione di attori da avanspettacolo.
Come si può non ridere in faccia a chi approva all’unanimità una manovra tutta ”lacrime e sangue” in Consiglio dei Ministri e, prima di portarla in Parlamento, la cambia quattro volte?
Come si può non ridere, fischiare, battere la mani quando appare Bossi, il quale fra un dito medio alzato ed una pernacchia, dice “nano” ad un altro ministro e dichiara che l’Italia sa affondando ed è meglio sbrigarsi a fare la Padania porto sicuro per i lumbard?
Noi siamo la terra di Totò, Eduardo, Sordi, Fo. Non possiamo prenderli sul serio.

PROFILO DI CRIMINALE TRACCIATO DA BERLUSCONI

È CRIMINALE CHI:
1. è iscritto ad un sindacato
2. è iscritto ad un partito che non fa parte del governo
3. è giornalista non dipendente da Mediaset, TG1, Libero Il Giornale
4. non è ricattabile
5. non ha mai avuto stallieri di nome Vittorio Mangano
6. non ha amici come Previti, Dell’Utri, Tarantini, Lele Mora
7. non ha mai pagato ragazze per farsi toccare
8. non ha mai corrotto giudici
9. non ha almeno dieci processi in corso
10. non è mai sfuggito a condanne grazie alle prescrizioni
11. non ha mai fatto leggi per accorciare i tempi dellE prescrizionI
12. non ha mai nascosto capitali all’estero
13. non ha mai fatto parte di logge segrete tipo P2, P3, P4
14. pensa che di merda siano alcuni politici e non l’Italia intera
15. non ha mai baciato la mano a Gheddafi