martedì 6 settembre 2011

La settimana delle parole perse

Dopo i giorni della merla e l’estate di S. Martino, quest’anno si è inaugurata la settimana delle parole perdute. È quella a cavallo tra agosto e settembre.
1. Tremonti: “Ora paghino anche i ricchi” Splendido no? Io non credo che accadrà, ma come confessione va benissimo. Ammesso che pagheranno, lo faranno solo ORA: Perché il governo è con le spalle al muro. “Scusate, non volevamo” . Ma poi, proprio coi ricchi, poverini. Lasciamoli in pace. Loro non ci sono abituati, cadrebbero in depressione. Loro fanno già tanta beneficenza: chiedete a Tarantini e Lavitola, a Ruby e alla D’Addario
2. Bossi: “L’Italia sta per affondare. Prepariamo la Padania”. Splendido esempio di reinterpretazione delle tradizioni marinare. Per secoli un comandante che aveva il minimo senso dell’onore rimaneva sulla nave che affondava, mentre i topi erano i primi a fuggire. Adesso questo onorevole comandante, al primo lontano segnale non di acqua ma di umidità, pensa subito ad una fuga da topi nella mitica Nazione Padania di prossima fondazione. Che magari resterà come i tre ministeri di Monza: tre stanzette vuote con i ritratti del Presidente Napolitano e del gran capo Bossi. A proposito, a quando una legge che proibisca questi accostamenti blasfemi?
3. Berlusconi: “In Italia sindacati, partiti politici di opposizione e giornalisti sono tutti criminali”. Il motivo? Con le loro critiche al governo scoraggiano i mercati: E le parole di Bossi, appena citate, invece incoraggiano gli investitori? E le sue stesse parole sulla presenza della criminalità sono le più adatte per incoraggiare gli investitori? Se è vero che tutti quelli che scoraggiano gli investitori sono criminali, loro due competono con Al Capone e John Dillinger.
4. Berlusconi bis: ”L’Italia è un paese di merda”. Questa non è stata pronunciata nella settimana delle parole perdute, ma ha fatto in tempo ad entrarci grazie alla pubblicazione di un’intercettazione telefonica. Ma è il fiore più rigoglioso di quel giardino, il più profumato, quello cresciuto proprio con l’alito amorevole di Berlusconi. Immaginavamo che un presidente del consiglio conoscesse l’Italia, ma ci sorprende che ci tanga a far sapere al mondo di essere esperto di escrementi. In ogni caso resta un dato di fatto incontestabile: questo è linguaggio da curva sud e da ubriaconi d’osteria. Roba da scrivere “vietato ai minori” all’inizio dei telegiornali dove potrebbe apparire costui.

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