giovedì 21 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
Una serata indimenticabile
Quella del 13 aprile è stata una delle giornate più belle della mia vita.
L’occasione della presentazione di un libro mi ha dato modo di scoprire quanto affetto, quanta amicizia, quanta comprensione il mio sindaco e i miei concittadini abbiano per un lentinese impegnato, si, per rendere più interessante e vivace la nostra città, ma spesse volte anche un tantino scomodo e spigoloso.
Per me è stata una sorpresa e la più importante delle cure per guarire prima e meglio possibile.
L’impegno dell’Amministrazione in prima persona ha dato solennità, tono e disponibilità di mezzi che in nessun altro modo si sarebbe potuto avere. Ed ha aggiunto una sorta di avallo sul conto del sottoscritto come persona e come autore.….
Tengo anche a a esprimerti apprezzamento convinto e rispetto profondo per chi sa interpretare il ruolo di sindaco in questo modo: felice di premiare i suoi concittadini considerati meritevoli. È stato per me uno straordinario incentivo per continuare il mio impegno nei confronti della nostra città (possibilmente limando qualche spigolo di troppo).
La serata è stata resa importante, oltre che da molte presenze di primo piano, ce non cito perché ne dimenticherei troppi, anche dagli interventi del Sindaco, dell’assessore Maria Marino, raffinata poetessa e scrittrice, da quekki di Emmanuela Cagnola, protagonista e coautrice del libro, appositamente venuta da Pettenasco (NO), della signora Nunzia Ada De Cola Tripolone, organizzatrice del Premio Diaristico Lanterna Bianca, venuta da Motta Camastra, (ME) e della dottoressa Chiara Sicurella, il direttore letterario della A&B Editrice, venuta da Acireale (CT)
L’occasione della presentazione di un libro mi ha dato modo di scoprire quanto affetto, quanta amicizia, quanta comprensione il mio sindaco e i miei concittadini abbiano per un lentinese impegnato, si, per rendere più interessante e vivace la nostra città, ma spesse volte anche un tantino scomodo e spigoloso.
Per me è stata una sorpresa e la più importante delle cure per guarire prima e meglio possibile.
L’impegno dell’Amministrazione in prima persona ha dato solennità, tono e disponibilità di mezzi che in nessun altro modo si sarebbe potuto avere. Ed ha aggiunto una sorta di avallo sul conto del sottoscritto come persona e come autore.….
Tengo anche a a esprimerti apprezzamento convinto e rispetto profondo per chi sa interpretare il ruolo di sindaco in questo modo: felice di premiare i suoi concittadini considerati meritevoli. È stato per me uno straordinario incentivo per continuare il mio impegno nei confronti della nostra città (possibilmente limando qualche spigolo di troppo).
La serata è stata resa importante, oltre che da molte presenze di primo piano, ce non cito perché ne dimenticherei troppi, anche dagli interventi del Sindaco, dell’assessore Maria Marino, raffinata poetessa e scrittrice, da quekki di Emmanuela Cagnola, protagonista e coautrice del libro, appositamente venuta da Pettenasco (NO), della signora Nunzia Ada De Cola Tripolone, organizzatrice del Premio Diaristico Lanterna Bianca, venuta da Motta Camastra, (ME) e della dottoressa Chiara Sicurella, il direttore letterario della A&B Editrice, venuta da Acireale (CT)
martedì 12 aprile 2011
Emmanuela - Con le mani di Dio
"Le manine servono al Signore per sostenere il mondo, per questo non le hai. Ma Lui, ti aiuterà con le Sue ogni volta che ne avrai bisogno”.
Fu la tata a dire a Emmanuela, che aveva tre anni, la frase migliore per farle affrontare una vita difficile. E in quella frase c'era tanta verità. Emmanuela era nata nel 1970 in un villaggio dell'Uganda, priva degli arti superiori. Secondo usi e superstizioni del suo popolo, gli Acholi, avrebbe dovuto essere immediatamente soppressa tramite annegamento perché portatrice di sventure. Le mani di Dio, in questa occasione si materializzarono in quelle di suor Silvia Pivetta, una missionaria comboniana
italiana gita da poco a Kitgun. Questa la trasse dalla tinozza dove era stata annegata e le ridiede la vita
con la respirazione bocca a bocca. Poi fu una lunga e durissima fuga tra giungla, campi profughi e chiesette sperdute, fino a quando una famiglia italiana non la adottò e le offrì un futuro degno. Ora quella bambina è una splendida donna di quarant'anni
Fu la tata a dire a Emmanuela, che aveva tre anni, la frase migliore per farle affrontare una vita difficile. E in quella frase c'era tanta verità. Emmanuela era nata nel 1970 in un villaggio dell'Uganda, priva degli arti superiori. Secondo usi e superstizioni del suo popolo, gli Acholi, avrebbe dovuto essere immediatamente soppressa tramite annegamento perché portatrice di sventure. Le mani di Dio, in questa occasione si materializzarono in quelle di suor Silvia Pivetta, una missionaria comboniana
italiana gita da poco a Kitgun. Questa la trasse dalla tinozza dove era stata annegata e le ridiede la vita
con la respirazione bocca a bocca. Poi fu una lunga e durissima fuga tra giungla, campi profughi e chiesette sperdute, fino a quando una famiglia italiana non la adottò e le offrì un futuro degno. Ora quella bambina è una splendida donna di quarant'anni
domenica 10 aprile 2011
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