Ieri, come molti, sono andato al cimitero. E come molti ho incontrato decine di amici, parenti, conoscenti. Due di questi incontri mi hanno colpito particolarmente.
Il primo fu con un’anziana signora, sorella di un mio indimenticabile amico morto alcuni anni fa. A lei, poco tempo dopo il fratello, è venuto a mancare anche un figlio piuttosto giovane. Cercava la tomba di un bambino suo compagno di giochi nella fanciullezza. Ed era sinceramente dispiaciuta di non potere portare un fiore, come ogni anno, a quel suo amichetto. Poi la vide da lontano e vi si diresse quasi di corsa, salutandomi di fetta. Finalmente si era rasserenata.
Il secondo, con un personaggio molto noto a Lentini: Elio Cardillo (per qualcuno che non lo conosce, egli è poeta, attore, archeologo dilettante, animatore di mille iniziative che hanno a che fare con le tradizioni lentinesi). Appena finito di salutarci mi mi disse che era appena stato a portare un fiore a donna Rita Cattano. Capì subito che non sapevo chi fosse e si premurò a parlarmene. Era una ostetrica (allora, quando si partoriva in casa con il solo loro aiuto, le ostetriche si chiamavano “levatrici” e “mammane”). Era morta nel 1931. Elio è nato molti anni dopo, ma, dice lui, “chissà quanti lentinesi ha fatto nascere e non è giusto che la sua tomba sembri abbandonata”.
lunedì 3 novembre 2008
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1 commento:
C'è così tanto da leggere che non sapevo dove lasciarti un abbraccio.
Intanto ho aggiunto il tuo link e al mio blog e perdonami se ancora non lo avevo fatto.
Ti abbraccio, Guglielmo.
clelia
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