lunedì 19 luglio 2010

I Mobili di Falcone

Vorrei esprimere tutto il mio apprezzamento per l’amico e concittadino (esiste ancora la categoria “cittadino”) Aldo Failla: senza perdersi in polemiche, esternazioni, chiacchiere, accuse, ha portato a temine un’operazione di altissimo valore culturale. I mobili su cui lavorò Giovanni Falcone (ma anche Paglialunga e Santiapichi) sono stati recuperati. A nulla vale più ricordare in quale modo li avevamo persi, né per responsabilità di chi e con quale superficialità. Vale
ricordare, invece, perché non andavano persi. Omettendo, rispettosamente, di spiegare l’importanza dei simboli (da Ground Zero al Carrubo di Falcone, tanto per restare in tema) per ogni comunità grande o piccola, evoluta o arretrata, i mobili
non andavamo persi perché sono dei simboli, dei monumenti unici, di valore inestimabile, non riproducibili.
Ci sono vari modi per sentirsi bravi. Uno è quello, esclusivamente lentinese (ma non l’unico dei lentinesi), di ignorare, sminuire, denigrare, tutto ciò che fanno gli
altri. Un altro è quello prevalente nelle società più evolute, tra cui a volte entra anche Lentini, di sapere cogliere tutte le sfaccettature e le potenzialità di un’opportunità. Per me i Mobili, tra le tante cose, offrono anche due grandi opportunità: 1) quella di realizzare un monumento e luogo-simbolo unico, solo nostro, non limitato al ricordo dell’uomo e del suo sacrificio, ma dinamico, sempre vivo e rinnovato; 2) quella di vedere collaborare, senza alcuna deleteria competizione, nell’interesse dell’obbiettivo e della città e senza pretendere mea
culpa da parte di nessuno, tutti coloro (e sono tanti) che hanno mostrato sensibilità ed impegno nel versante anti mafioso, della legalità, della civiltà (da Libera alla CGIL, dalla Chiesa Madre alla Chiesa Evangelica, alle associazioni antiracket alle scuole e, per non fare nomi, da Failla ad Armando Rossitto, da Censabella e Boggio a padre Claudio, ecc. ecc.).
Per realizzare tutto questo io un’idea ce l’ho: Il Comune metta a disposizione uno dei locali di piazza Duomo oggi affidati ad una delle Associazioni antiracket. Dentro potremmo collocarvi i mobili ed altri suppellettili visibili dall’esterno giorno e notte (Il Monumento a Falcone) ma anche utilizzabili per la realizzazione di un Centro di Ricerca e Documentazione antimafia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quanti sono i depositi dei mobili del Pisano Baudo,in cui il comune paga regolarmente l'affitto,e quanti altri scomparsi o distrutti dall'incuria del responsabile di turno?E che mi dici del deposito c/o santuzzi dove rimane buona parte del materiale dell'archivio storico? vorrei citarne altri ma non sò se ledo l'intimo di tanti altri professionisti lentinesi....
saluti
Tony Samo