domenica 14 settembre 2008

Un articolo del Giornale di Vicenza su Fino Giuliano

IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 05 Settembre 2008 cultura Pagina 51
LIBRI. IL ROMANZO “NOIR” DELLO SCRITTORE SICILIANO CHE DA MOLTI ANNI FA L’INSEGNANTE A VICENZA

Un manoscritto di Kafka nella Praga dei rimpianti.
Sarà presentato oggi al Festival letteratura di Mantova l’ultimo libro di Filadelfo Giuliano, “Ritorno in Sicilia” edito da Azimut. È una bella soddisfazione per l’autore, siciliano di Catania (di Lentini, nota di G. Tocco) ma ormai vicentino d’adozione, che insegna lettere nella scuola media di via Carta a Vicenza. Ma non è la prima. Il suo libro, infatti, è stato premiato al concorso letterario “Più a sud di Tunisi” che s’è tenuto recentemente a Portopalo, vicino a Capo Passero, in provincia di Siracusa.
È una località cui l’autore è molto legato (tant’è che è citata più volte nel romanzo, come il luogo del ritorno e dell’identità perduta) che si trova effettivamente più a sud di Tunisi, perché è il paese più meridionale della Sicilia. Ecco il perchè del titolo del premio.
Il libro, scritto in modo avvincente, riflette il grande amore che Giuliano ha per Praga, città che ha conosciuto da vicino e visitato più volte - a cominciare dagli anni della “Primavera” di Dubcek - alla quale è legato da un sentimento profondo. Tant’è che a Vicenza ha creato il circolo “Amici di Praga”. Anzi, questo “Ritorno in Sicilia” è stato pubblicato qualche anno fa in ceco, lingua che Giuliano conosce perfettamente, al punto da scrivere anche poesie, e ora appare nella... traduzione italiana.
Il volume è un noir che si svolge appunto fra Praga e Vicenza (non poteva mancare la sua città d’adozione) mentre un filo rosso lega la capitale della Cekia a Portopalo, che rappresenta il luogo dell’utopia, il posto dove si possono ricomporre i frammenti dell’esistenza.
”Ritorno in Sicilia” racconta, in realtà, il ritorno a Praga di Angelo dopo dieci anni di lontananza. Vi torna a cercare un manoscritto di Franz Kafka in ceco. Sarebbe un colpo grosso, visto che Kafka non ha mai scritto nella sua lingua. E questa ricerca diventa l’occasione per un’altra recerche, quella del proprio passato: i vecchi amici e la città che Angelo ricordava si sono trasformati, sono diventati irriconoscibili. Chi era contestatore è diventato commissario di polizia, i rivoluzionari di un tempo sono oggi ricchi imprenditori.
La spinta che lo ha motivato a questo viaggio, naturalmente è una donna, Pavlina, giovane e disinibita, conosciuta via Internet, che può metterlo sulla strada giusta per rintracciare il manoscritto.
La trama del libro è ricca di colpi di scena, sino a un finale imprevedibile. Sullo sfondo non c’è la Praga delle guide, ma la periferia delle case popolari, quella che i turisti non vedono, le bettole e le osterie. Puntuale fa capolino anche la tavola, dalla birra ceka fino al baccalà alla vicentina, con descrizioni che ricordano uno scrittore siciliano illustre, Andrea Camilleri.
Il libro ha molti livelli di lettura. Il primo è senz'altro psicologico. Perché la Sicilia, perché il ritorno? Perché il protagonista ricorda che la madre gli disse: “Porterai a Portopalo la donna che amerai”. Nel libro Angelo incontra molte donne. E ha parecchie delusioni. Il secondo livello di lettura è la liberazione interiore, soprattutto dai ricordi. La Praga di un tempo non c’è più, il mito della città di Kafka è stato cancellato. I flashback della memoria, Dubcek, il muro ideologico crollato, Jan Palach, fanno da contrappunto alla realtà della Praga di oggi: orde di turisti, corruzione, pornofilm, cattivo cibo.
Il tema letterario è un altro livello di lettura. Kafka, naturalmente, è immancabile. Ma arriva in sogno, consiglia. E non poteva che essere così. Arrivano anche i gendarmi de “Il Processo”. Perché in sogno serpeggia anche la tentazione di rovesciare tutto: la sfida è quella di rovesciare il finale di un libro come “Il Processo”. In fondo, non solo per la generazione di Filadelfo Giuliano, Praga resta la città - mito della rivoluzione, politica e personale, della liberazione. Anche se la storia, come pure il finale del libro, è assai più amara. A.D.L.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Guglielmo, che dirti? Mi fai una grande onore e mi dai una grande gioia con il tuo post.
Un abbraccio
Fino