mercoledì 28 gennaio 2009

Gianni Giuffrè, un magnifico ciclone a Lentini

Nel ’66 Lentini non era una città povera e sonnolenta. Anzi, rispetto al resto della Sicilia, possiamo dire che a lentini si stava bene.
Come scuole superiori c’erano il Liceo Classico Gorgia e l’Istituto Tecnico di Ragioneria e Geometri. In quest’anno ad essi si aggiunse l’Istituto Magistrale Parificato. Per frequentarlo bisognava pagare una robusta retta mensile, eppure ben presto fece il pieno di studenti. Le ragioni? Tante. Ma tra queste c’era certamente la guida forte, originale, fantasiosa e incisiva del giovanissimo preside Gianni Giuffré.
L’innovazione più importante che egli apportò nel magistrale e nell’intero mondo scolastico di Lentini fu la costituzione di una compagnia teatrale “d’Istituto”.
E fu innovazione anche nell’ambito teatrale lentinese, che a sua volta vantava buone tradizioni e personaggi di spicco, in primis Carlo Lo Presti: nessuno aveva mai osato fare teatro con mezzi diversi da quelli raccattati nelle soffitte delle famiglie dei teatranti.
Giuffrè ebbe (e insegnò) l’audacia, l’ambizione, la sfrontatezza di fare teatro importante e sontuoso con i modi, lo stile e i mezzi del teatro professionistico. Curava le scene, la dizione, i costumi, i movimenti, le musiche come se la sua compagnia, formata da ragazzi della sua scuola, fosse chiamata a recitare davanti alla Regina d’Inghilterra, al papa, al Presidente della Repubblica, ai Premi Nobel. Per portare in scena il “Cyrano di Bergerac” tenne ad Alfio Valenti e a Gianni Anzalone un corso di scherma che durò mesi.
Ora è un affermato poeta e scrittore (non “anziano” ché la sua figura, i suoi occhi la sua vitalità e la sua voce sono inconciliabili con questo aggettivo).
Lo avremo con noi a Lentini domenica 1 febbraio, alle 17,30, alla Masseria Militti in una serata che possiamo definire “appendice a Ziti, miti e riti degli anni ’60”.
Lo presenteranno, intervisteranno, provocheranno Gianni Anzalone e il sottoscritto per ricordare, capire meglio, spiegare e rivalutare quell’esperienza, quell’epoca e quell’uomo
Siete tutti invitati.

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