Preparando il San Valentino è normale che si scoprano nuovi poeti, personaggi, situazioni poco note. Alla vigilia di questa dodicesima edizione mi sono imbattuto in un’altra bella storia che avrà certamente un peso nella manifestazione: quella di tre piccole antologie di poesie scritte da ragazzi di 15, 16 anni, alunni della professoressa (e scrittrice) Maria Lucia Martinez al liceo scientifico “Elio Vittorini” di Lentini.
“Adolescenti” dice la professoressa, “che si sono accostati scolasticamente per la prima volta alla leggi di decodificazione di un testo poetico, a cui ho chiesto di cimentarsi nella composizione di una poesia”.
Si tratta di una settantina di poesia di ottimo livello, alcune delle quali straordinariamente belle.
Gli autori sono alunni della II S dell’anno 2005, della II S dell’anno 2007 e della II F dell’anno scolastico in corso.
Una particolarità colpisce immediatamente: nessuna delle poesie porta il nome dell’autore o dell’autrice. Da qui discendono due risultati: per un verso, grazie a all’anonimato i ragazzi hanno espresso con grande libertà sentimenti, passioni, talvolta disagi, rivelandosi, così, come campioni di una categoria - non solo di studenti di una determinata classe di una determinata scuola, e neanche soltanto di giovani lentinesi, ma di ragazzi e giovani di quest’epoca -; per l’altro verso, la loro rinuncia alla gratificazione individuale, all’elogio personale, al protagonismo appare come un atto di meravigliosa generosità dei più bravi nei confronti dei meno bravi, ma anche di grande amore nei confronti della loro insegnante e della scuola, per il cui buon nome hanno offerto i loro lavori.
La professoressa Martinez conclude così la presentazione delle tre raccolte: “I poeti ellenistici chiamavano fiori le poesie che poi raccoglievano in metaforiche corone simposiali. Lungi da noi l’idea di voler paragonare a quei fiori pregiati questi fiori di campo, che hanno, tuttavia, un profumo impareggiabile, quello della giovinezza”. A me sembra anche profumo di buon futuro per le città in cui vivono.
Ve ne porgo alcune…
Poesia
Ho appoggiato il tuo ricordo in un cielo azzurro
Le tue parole le ho regalate al vento
La nostalgia chiusa in me.
I ragazzi che si amano
Come in una danza
si prendono per mano,
invocano la pioggia
che infrange le diversità,
si immergono in una nebbia
che cela i difetti,
sussurrano ad un vento
che avvolge i loro abbracci,
si scaldano sotto un sole
che illumina i loro baci,
seguono una stella
che splende sui loro passi,
guardano ad un’alba
che gli rischiara il cammino;
collezionano raggi di gioia
che filtrano dall’eternità!
Si amano.
Dicono…
Dicono che alla nostra età si debba sempre ridere,
ma chi lo dice non è stato mai giovane,
perché alla nostra età
si piange per due occhi verdi o azzurri,
per un sorriso o per uno sguardo…
Si piange perché non ti guarda,
perché non si accorge di te e che esisti…
Dicono che alla nostra età non si soffra per
una domenica non vissuta,
passata da sola in casa,
perché lui non ti pensa,
perché si è dimenticato di te,
perché i tuoi non ti lasciano andare…
Dicono che alla nostra età è troppo presto per amare,
ma chi lo dice non sa che alla nostra età
l’amore è l’unica cosa che conta.
A mio padre
Io so che gli basterebbe un gesto
e per me sarebbe tutto diverso.
Non si rende conto, forse non lo sa,
ma ogni sua parola ha per me un peso
che non si immagina,
sfumature
che non può prevedere.
Il mio giudicare può cambiare se lui
vi mette un’indicazione.
Io so che gli basterebbe un gesto e
io non mi sentirei più la stessa.
Ma vi è come una barriera
che non oso toccare.
Un muro silenzioso e trasparente,
che fa vedere ma non fa sentire.
Un lastra di ghiaccio che permette
che mi arrivi l’aiuto, ma
Non fa passare richiesta.
mercoledì 21 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Sono bellissime...Ecco un'altra virtù della poesia. Far parlare l'anima quando l'età rende difficile l'esprimersi. Per vergogna, per timore, per senso d'inadeguatezza a volte. E si può comprendere molto di più di questi ragazzi, ricavarne una visione reale al di là degli atteggiamenti esteriori che a volte manifestano e che possono anche irritare, se non si scava più a fondo.
Complimenti ai ragazzi prima di tutto e alla loro insegnante che ha saputo avvicinarli a questo straordinaria opportunità di espressione che è la poesia. Trovando i giusti modi per insinuarla dentro di loro.
Ciao
Girasole
P.S. Mi piacerebbe davvero poterci essere il giorno di S. Valentino. La volontà ci sarebbe, ma temo che non sarà possibile. Ci sarò però col cuore e spero di leggere il resoconto dopo.
Posta un commento