lunedì 30 maggio 2011

Mi ha scritto mia figlia

Grazie a questo anno orripilante ho capito che posto ho io nel mondo. Grazie alla malattia di papà e alla sua disabilità, spero momentanea, ho toccato con mano il dolore vero, e non me lo scorderò mai. Il dolore va utilizzato, per conoscere e aiutare le altre persone che soffrono. La forza che ho acquisito in questo anno e mezzo di lotta serve a questo. La compassione che ho scoperto in me serve per sostenere gli altri. La saggezza, la fermezza che mi ha regalato la mia pratica, sono al servizio di questo. Ecco perchè la “sfiga” si è accanita su di me e sulla mia famiglia per tutto questo tempo. A volte sembro un gigante con i piedi di argilla, ma anche un gigante di marzapane, come quello di Shrek, è un gigante.
Oggi ho raccontato per la seconda volta in pubblico, a un grande meeting buddista, la mia esperienza di malattia e guarigione attraverso la fede, di papà. Da noi si dice che si offre. Infatti ho offerto questo, la mia sofferenza passata e la mia gioia presente. Non mi sono mai chiesta perchè mi succedesse, ero troppo impegnata a combattere per farlo, ma ora lo so. Se riesci a farcela devi essere di esempio e incoraggiare gli altri. Oggi papà ha scritto su facebook una bella nota sui disabili, su come lui in quanto tale ora impegnerà il suo ingegno e la sua forza di smuovere le masse per questa causa, e io ho intenzione di fare lo stesso. Siamo incazzati e siamo forti, e ora useremo questo per le persone che hanno questo problema.
Mi sono più volte trovata a dire grazie alla malattia in questo anno, e ora lo dico più che mai. Se ce la fai, hai il dovere di aiutare anche gli altri. E’ il dovere da essere umano, è la rivoluzione umana, è la mia religione.

Nessun commento: