È tempo di
vacanze. C’è chi va al mare, chi in montagna, chi cerca bellezze ambientali e
chi vita mondana. La maggior parte rimane in casa, alcuni serenamente, altri
col groppo alla gola.
Io ho
conosciuto una giovane professionista che le vacanze le fa strane, è giovane,
libera, fa il chirurgo all’ospedale di Lentini (è nell’equipe del dottor
Trombatore) e le vacanze strane può permettersele.
Si chiama
Salvina ed ogni anno per un mese va in Africa.
Ma non a
fare safari o nelle spiagge di Sharm El Sheik.
Va in Kenia,
in un villaggio sperduto nella giungla che si chiama Chaaria e si trova a 500 chilometri da
Nairobi.
Qua c’è
una piccola struttura ospedaliera creata alcuni anni fa da un frate italiano
dell’ordine del Cottolengo, padre Beppe. Una struttura “inventata”, carente di
molte cose, dagli strumenti all’igiene, dal filo per la sutura agli anestetici,
dai medicinali al personale specializzato.
Eppure è
il “posto dei miracoli” perché è l’unico ospedale in un’ area vastissima.
C’è gente
che fa 4 o 5 giorni di cammino a piedi con un bambino malato in braccio o con
la febbre altissima o con una grave ferita per sperare di essere salvata o di
salvare il bambino o la persona cara. Quasi tutti hanno l’HIV.
Salvina trascorre
qua il suo periodo di vacanza.
Ma non per
riposarsi.
Per
lavorare.
Ancora da
chirurgo, ma a gratis, stavolta.
E in
condizioni impossibili.
Per un
mese combatte contro tutti gli insetti del pianeta Terra riuniti in convegno
permanente a Chaaria, contro le paure, la fatica tremenda, il caldo umido, il
dubbio di avere sbagliato qualcosa.
Ci va da
quattro anni, da quando si è specializzata.
L’anno
prossimo forse andrà in Madagascar o in qualche altro luogo dove si sta peggio
di Chaaria.
Salvina è
giovane, professionista, single. potrebbe trascorrere le vacanze in mille modi.
Potrebbe lamentarsi perché lavora troppo, perché le vacanze sono brevi. Oppure
conservare il suo splendido sorriso solo per una persona o per una ristretta
cerchia di amici.
Invece no,
va in Kenya o in Madagascar, a dedicare il suo tempo, le energie, il sorriso a
chi sta peggio.
E salva
vite umane, mettendo a rischio la proria.
Sempre con
il sorriso, senza credersi superiore perché di sinistra o di destra. Credendosi
solo nel giusto perché lotta per gli altri.
Un giusto
aperto a tutti, non esclusivo, non elitario.
Qualcosa
che ha molto degli insegnamenti di Gesù Cristo, di madre Teresa, di San Francesco.
Io non mi
permetto di dire ai ragazzi e alle ragazze della sua età di seguire il suo
esempio. Ci vuole una forza che non tutti hanno. Ma è importante sapere e
tenere presente che la vita non è fatta di Grande Fratello, di olgettine, di
discoteche o shopping sfrenato.
Si può
scegliere anche altro: l’amore per il prossimo, la generosità, il rispetto per
la vita altrui e per quella propria.
Si,
l’amore per se stessi, perché queste cose non servono solo ai bambini
sfortunati dell’Africa ma anche a noi stessi, per dare un significato
importante alla nostra vita.
La nobiltà
si raggiunge attraverso le azioni nobili, alte.
E la vita,
questa congiuntura straordinaria e irripetibile, non può essere sprecata solo
inseguendo piccoli obbiettivi personali.
Io
ringrazio Salvina Gagliardo, che abita a Lentini da un anno e mezzo e viene da Aci
S. Antonio, perché con la sua vita mi ha aperto il cuore, il cervello, la
coscienza.
Con la sua
vita ci aiuta a misurare meglio i nostri obbiettivi a capire per cosa vale la
pena lottare, combattere, gioire o piangere.
E
ringrazio Pippo Cardello per avermela fatta conoscere e per avere mandato, a
nome di tutta Lentini, anche a nome di chi, come me, non ha fatto niente, 1.500
euro a Chaaria, all’Ospedale di padre Beppe e di Salvina.
E prego il
Sindaco di fare un grande regalo a Lentini. Accogliamo tra noi, con la
cittadinanza onoraria, Salvina Gagliardo, da cui abbiamo tanto da imparare.
E già che
ci sono, rivolgo anche a voi che mi ascoltate o mi leggete una preghiera:
sostenete la proposta di fare diventare Salvina un poco lentinese.
Una
società migliora se segue buoni esempi.
Sono certo che le chiese, le associazioni di volontariato, le associazioni culturali, i club service, le donne e gli uomini di cultura e dai sentimenti profondi saranno d’accordo con me.
Sono certo che le chiese, le associazioni di volontariato, le associazioni culturali, i club service, le donne e gli uomini di cultura e dai sentimenti profondi saranno d’accordo con me.
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