mercoledì 18 luglio 2012

La splendida Salvina Gagliardo




È tempo di vacanze. C’è chi va al mare, chi in montagna, chi cerca bellezze ambientali e chi vita mondana. La maggior parte rimane in casa, alcuni serenamente, altri col groppo alla gola.

Io ho conosciuto una giovane professionista che le vacanze le fa strane, è giovane, libera, fa il chirurgo all’ospedale di Lentini (è nell’equipe del dottor Trombatore) e le vacanze strane può permettersele.
Si chiama Salvina ed ogni anno per un mese va in Africa.
Ma non a fare safari o nelle spiagge di Sharm El Sheik.
Va in Kenia, in un villaggio sperduto nella giungla che si chiama Chaaria e si trova a 500 chilometri da Nairobi.
Qua c’è una piccola struttura ospedaliera creata alcuni anni fa da un frate italiano dell’ordine del Cottolengo, padre Beppe. Una struttura “inventata”, carente di molte cose, dagli strumenti all’igiene, dal filo per la sutura agli anestetici, dai medicinali al personale specializzato.
Eppure è il “posto dei miracoli” perché è l’unico ospedale in un’ area vastissima.
C’è gente che fa 4 o 5 giorni di cammino a piedi con un bambino malato in braccio o con la febbre altissima o con una grave ferita per sperare di essere salvata o di salvare il bambino o la persona cara. Quasi tutti hanno l’HIV.
Salvina trascorre qua il suo periodo di vacanza.
Ma non per riposarsi.
Per lavorare.
Ancora da chirurgo, ma a gratis, stavolta.
E in condizioni impossibili.
Per un mese combatte contro tutti gli insetti del pianeta Terra riuniti in convegno permanente a Chaaria, contro le paure, la fatica tremenda, il caldo umido, il dubbio di avere sbagliato qualcosa.
Ci va da quattro anni, da quando si è specializzata.
L’anno prossimo forse andrà in Madagascar o in qualche altro luogo dove si sta peggio di Chaaria.

Salvina è giovane, professionista, single. potrebbe trascorrere le vacanze in mille modi. Potrebbe lamentarsi perché lavora troppo, perché le vacanze sono brevi. Oppure conservare il suo splendido sorriso solo per una persona o per una ristretta cerchia di amici.
Invece no, va in Kenya o in Madagascar, a dedicare il suo tempo, le energie, il sorriso a chi sta peggio.
E salva vite umane, mettendo a rischio la proria.
Sempre con il sorriso, senza credersi superiore perché di sinistra o di destra. Credendosi solo nel giusto perché lotta per gli altri.
Un giusto aperto a tutti, non esclusivo, non elitario.
Qualcosa che ha molto degli insegnamenti di Gesù Cristo, di madre Teresa, di San Francesco.

Io non mi permetto di dire ai ragazzi e alle ragazze della sua età di seguire il suo esempio. Ci vuole una forza che non tutti hanno. Ma è importante sapere e tenere presente che la vita non è fatta di Grande Fratello, di olgettine, di discoteche o shopping sfrenato.
Si può scegliere anche altro: l’amore per il prossimo, la generosità, il rispetto per la vita altrui e per quella propria.
Si, l’amore per se stessi, perché queste cose non servono solo ai bambini sfortunati dell’Africa ma anche a noi stessi, per dare un significato importante alla nostra vita.
La nobiltà si raggiunge attraverso le azioni nobili, alte.
E la vita, questa congiuntura straordinaria e irripetibile, non può essere sprecata solo inseguendo piccoli obbiettivi personali.

Io ringrazio Salvina Gagliardo, che abita a Lentini da un anno e mezzo e viene da Aci S. Antonio, perché con la sua vita mi ha aperto il cuore, il cervello, la coscienza.
Con la sua vita ci aiuta a misurare meglio i nostri obbiettivi a capire per cosa vale la pena lottare, combattere, gioire o piangere.
E ringrazio Pippo Cardello per avermela fatta conoscere e per avere mandato, a nome di tutta Lentini, anche a nome di chi, come me, non ha fatto niente, 1.500 euro a Chaaria, all’Ospedale di padre Beppe e di Salvina.
E prego il Sindaco di fare un grande regalo a Lentini. Accogliamo tra noi, con la cittadinanza onoraria, Salvina Gagliardo, da cui abbiamo tanto da imparare.
E già che ci sono, rivolgo anche a voi che mi ascoltate o mi leggete una preghiera: sostenete la proposta di fare diventare Salvina un poco lentinese.
Una società migliora se segue buoni esempi.
Sono certo che le chiese, le associazioni di volontariato, le associazioni culturali, i club service, le donne e gli uomini di cultura e dai sentimenti profondi saranno d’accordo con me.

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