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Cinquant’anni
fa, nel novembre del 1962, nasceva l’ENEL, l’Ente Nazionale per l’ Energia
Elettrica. Fu il frutto più importante del primo Governo del Centro Sinistra,
presieduto da Amintore Fanfani (Democrazia Cristiana), di cui facevano parte il
Partito Socialista, il quale aveva posto la nazionalizzazione dell’Energia
Elettrica come conditio sine qua non.
Fino ad
allora l’energia elettrica veniva prodotta e distribuita da alcune aziende di
dimensione regionale o interregionale e da una miriade, circa 2.800 di piccole
e piccolissime aziende di dimensione locale.
Lentini
era servita da una piccola azienda comunale. Anche questa, come, come tutte le
altre, grandi, medie e piccole, fu assorbita dall’ENEL e, come tutte le
piccole, fu immediatamente dismessa.
La sua
esistenza era durata 56 anni, ma vale la pena di essere raccontata.
Fu
progettata alla fine dell’800 come ciliegina
sulla torta dell’ambizioso e avveniristico,
per allora, acquedotto comunale.
Il sindaco
che ideò e avviò i lavori fu il barone Giuseppe Luigi Beneventano, quello che
li concluse fu Alfio Incontro, latinista di grande valore, eroe garibaldino,
instancabile e generosissimo volontario ai tempi dell’epidemia della Spagnola.
Tra loro,
evidentemente, un gruppo dirigente lungimirante, colto, impegnatissimo nel
rilancio di Lentini, dall’avvocato Bruno, al dottor Consiglio, al barone San
Lio e via via ai vari Arcidiacono, Santapaola, Conti, Falcia, Portogallo per
citarne qualcuno.
Dapprima,
nel 1898, fu acquistata la fontana Paradiso, che nasce nella valle omonima nei
pressi di Pedagaggi.
La fontana
ha una portata di circa 27
litri d’acqua al secondo e, sfruttando il dislivello tra
la sorgete e la contrada Cozzonetto situata sul costone nord del monte Pancali,
giunge in due grandi serbatoi attraverso una canalette sotterranea lunga circa 12 chilometri e
costruita con pietre e pozzolana, l’antenato del cemento, un capolavoro di
ingegneria idraulica.
Dia
serbatoi l’acqua viene intubata sfruttando la forte pendenza tra lo stesso e
l’edificio ospitante le macchine (178 metri) permetteva di dare forza motrice ad
una turbina-dinamo in grado di produrre energia elettrica. La turbina, di tipo
Becher, fu acquistata dal Comune di Lentini dalla Casa Ganz di Budapest.
Il 17
dicembre del 1897 il Consiglio Comunale di Lentini approvò il contratto d’acquisto
del macchinario.
Il locale
che ospita la turbina è situato a metà della valle di Sant’Eligio. In questi giorni,
parlando della chiesa di San Giuseppe Giusto abbiamo nominato più volte questa
valle, compresa tra i colli San Mauro e Ciricò.
In realtà
San Giuseppe Giusto è il migliore punto di osservazione per vedere dall’alto i
serbatoi, la centralina e il perorso della tubazione.
Per i
tempi fu una rivoluzione: tutto era avveniristico e inimmaginabile per un paese
agricolo di meno di ventimila abitanti. Si era agli albori della
elettrificazione in Sicilia e nessuna città produceva l’energia per i propri
fabbisogni.
Il merito
fu di una classe dirigente coraggiosa e lungimirante, guidata dal barone
Beneventano
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