Nel giro
di quattro giorni a Lentini abbiamo avuto due eventi particolari: la
preparazione della “quagghiata” in piazza Taormina e una “Festa della Mostarda”
in piazza Guido Rossa.
La prima è
stata organizzata dall’associazione PACE, la seconda da Elio Cardillo.
Mi
colpisce questa coincidenza: i entrambi i casi sono protagonisti sapori
antichi, legati alla terra, al nostro territorio e alle nostre tradizioni.
Spero sia l’inizio di un processo di recupero e di rivalutazione di cibi e
attività umili ma preziosissime, di
un’identità da non perdere.
Dell’associazione
ho parlato recentemente, in occasione dell’installazione della statua del cane
Gaetano e dell’”adozione” della piazza Taormina che, grazie al lavoro continuo
e puntiglioso dei suoi soci è sempre pulitissima e curata.
Di Elio
forse non ho mai parlato in questa rubrica, ma credo di averlo citato in mille
circostanza diverse. E d’altro canto, credo che siano in pochissimi a non
sapere di lui vita e miracoli.
Parlare di
Elio non è difficile: basta avere a disposizione una decina di fogli A4 e alcune
ore. Il problema sarà dopo, quando ti verranno in mente, un po’ alla volta,
mille altre cose che non hai scritto.
Elio è
docente di scienze
matematiche in pensione. Come insegnante ha elaborato originali sperimentazioni
didattiche applicate nella realtà scolastica del territorio.
È
autore, regista e attore di teatro. I suoi lavori, recitati quasi sempre
insieme alla moglie, la formidabile Salvina Antico, sono rimasti indelebili
nella memoria dei lentinesi.
Straordinario
fotografo e amante appassionato della sua città, ha realizzato la
classificazione del patrimonio artistico del lentinese mediante 400 diapositive
custodite nel distretto scolastico di Lentini,
ha
promosso o partecipato a decine di mostre fotografiche ed è stato per diversi
anni Ispettore Onorario ai Beni Culturali
E'
poeta raffinatissimo, autore di diversi volumi e vincitore del premio
letterario "Ciccio Carrà Tringali",
Tra le mille
altre cose che hanno sorpreso e
lasciato ammirati i lentinesi ce ne sono alcuni legati alla sua profonda fede e
che voglio citare: il rinnovamento della festa di Sant’Alfio con la creazione
del corpo dei Devoti Spingitori della Vara di San’Alfio. Quando, una trentina
d’anni fa, a spingere la Vara
erano soltanto persone che lo facevano per quel poco di denaro che il comitato
della festa riusciva a racimolare per loro, egli fu capace di creare questa
associazione di professionisti, insegnanti,
medici. Da allora entrare a far parte di quel gruppo è una grande aspirazione
per molti giovani
Sempre
nell’ambito della Festa del Patrono Straordinari e ancora ricercatissimi,
specialmente da parte dei nostri concittadini emigrati,
rimangono
la ventina di video realizzati e commentati sui momenti salienti della festa,
dalla Reliquia, ai nudi, dalla Nisciuta al giro d’onore al percorso nei
quartieri popolari.
Indimenticabili
sono le due dizioni del Presepe Vivente realizzate nel quartiere San Paolo, che
coinvolsero centinaia di figuranti e migliaia di visitatori.
E degno di
un applauso lungo cent’anni il rilancio della festa di San Giuseppe, quando,
una quindicina d’anni fa, stava spegnendosi la tradizione dei 33 piatti e l
a vendita dei doni all’asta
sembrava declinare inesorabilmente.
Questo e
molto altro è Elio Cardillo, orgoglio lentinese.
Una doppia
grande risorsa: per le cose speciali che pensa e che fa e per l’esempio e
l’insegnamento che offre a giovani e coetanei.
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