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Una lenta
e noiosa campagna elettorale
La
campagna elettorale scorre lenta e noiosa.
Stancamente
ci avviamo verso le elezioni regionali.
Viste dall’angolazione
degli elettori tutto è uguale alle altre volte.
I
candidati presidenti sono stati scelti dalle segreterie nazionali e regionali
dei partiti e, pur di accrescere le loro possibilità di vittoria sono
disponibili ad allearsi anche con ch fino al giorno prima additavano come il
diavolo.
I due che
hanno maggiori possibilità di vincere, Crocetta e Musumeci, non sono
espressione di grandi partiti, ma da essi sono usati come bandiere.
Evidentemente
nelle loro fila, non avevano personalità forti e attraenti da candidare.
Crocetta e
Musumeci sono persone degne, oneste, all’altezza di svolgere u compito
difficile, ma entrambi sono a sovranità limitata. Entrambi dovranno dar conto,
concordare, pattuire con partiti “pesanti” che non sono neanche i loro partiti.
Naturale
che non ci sia fascino.
Come
sempre la mobilitazione più vistosa e diffusa è quelli per le elezioni dei
deputati.
Ma qui la
legge elettorale ci gioca un brutto tiro: tutto si risolve in una competizione
provinciale. Noi della provincia di Siracusa voteremo per eleggere sei deputati
della nostra provincia, così faranno gli elettori di ogni provincia. L’obbiettivo
è quello di avere una presenza garantita nel territorio, ed è giusto, ma nella
realtà si penalizza fortemente la qualità e il rinnovamento.
Per non
farla lunga, nella nostra provincia tutti
e sei gli uscenti si sono ricandidati. È
chiaro che chi è stato deputato per una o due legislature si presenta ai nastri
di partenza con più visibilità, più seguito e più disponibilità economica di
chi si candida per la prima volta e quindi ha molte più probabilità di farcela.
Chissà,
forse limitando ad una o al massimo due le legislature forse ci sarebbe
maggiore possibilità di vedere in campo qualche sconosciuto di valore.
Ma il
guaio più grande è che in questa lotta all’ultimo sangue tra partiti, gruppi di
potere, personaggi più o meno aggressivi c’è pochissimo spazio per chi può
offrire doti, diciamo così, non aggressive come la competenza, l’indipendenza
del pensiero, la specializzazione.
Io ho un
amico che è un esperto, una vera autorità, nel campo dei beni artistici e
culturali.
I beni
artistici e culturali in Sicilia non sono piccola cosa, non sono solo bellezza
ed identità. Né sono godimento per chi ha tempo da perdere. Sono tanti e così
importanti che se curati e sfruttati con un minimo di competenza potrebbero
costituire una fonte di ricchezza e di lavoro straordinari.
Il mio
amico si è candidato all’ARS, per mettere a disposizione della nostra Regione
la sua competenza, la sua altissima professionalità.
Ma potrà
essere votato solo dagli elettori di questa provincia. Dovrà competere con prima con la “politica”, (una volta si
diceva “il primato della politica”), poi con i partiti che scelgono e
sostengono i loro candidati secondo criteri di distribuzione e di rapporti di forza interni, in
terzo luogo con candidati disposti a
spendere una fortuna per imporsi.
Infine, con il nemico peggiore: l’elettore. L’elettore classico, dico, quello
che si ritiene “sperto” quello che “tanto son tutti uguali”.
Questi non
si accorgono (o fingono di non accorgersi) quanto differenza c’è tra chi è di
destra e chi è di sinistra, tra chi imbratta i muri e chi non lo fa, tra chi si
gioca anche la famiglia per essere eletto e chi semplicemente si propone, tra
chi parla di tutto senza sapere niente e chi almeno in un campo è
specializzato.
Vacci a
parlare con questi. Questi, siccome “son tutti uguali”, spesso capita che hanno
già scelto a chi vendere il proprio voto per un piatto di lenticchie. E il 29
diranno “visto che non cambia niente?”.
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