Fosse nata, in queste fredde notti di Natale, e trovata tutta sola e infreddolita in una grotta, le infermiere l’avrebbero chiamata così senza esitare.
Invece lei per Natale è morta. Di fame e di freddo. In una grotta antica, che certamente c’era anche 2008 anni fa, a Siracusa, nella Balza di Akradina.
Aveva 53 anni ed era venuta dalla Polonia, come tante, perché le avevano detto che qui in Italia non c’è la povertà della sua terra (l’America dei nostri nonni). Anche lei lo diceva ad altre. Aveva visto diverse volte in televisione (non a casa sua, lei non possedeva un televisore) piazza San Pietro traboccante di gente festosa, quando c’era il Papa Grande, il suo connazionale Karol Wojtila. E forse pensava che qua, comunque, la gente l’avrebbe aiutata proprio perché ci sono i Papi e la gente può apprendere meglio la lezione di Cristo, della carità, della solidarietà.
Non poteva mai immaginare che qui sarebbe stata molto peggio che in Polonia. E forse nemmeno noi avremmo mai immaginato che la morte per fame, per freddo, per abbandono ci è così vicina.
In questo periodo, ogni anno, si sente di barboni morti a Roma, a Milano, a Parigi. Ci addoloriamo, certo, ma in fondo proviamo sempre un piccolissimo amaro senso di rasserenamento: nelle nostre piccole città, ci diciamo, questo non può accadere. E invece accade, di tanto in tanto. Normalmente accade a persone sole. E poi se ne parla per settimane: “Com’è potuto accadere?”. Quando accade ad una immigrata come Natalina se ne parla solo per qualche minuto. E anche male. Perché questi morti danno molto fastidio. A tutti. E soprattutto ai sindaci. Che figura ci fai se nella tua città c’è gente che muore in questo modo? Quello di Siracusa ha rilasciato subito una dichiarazione forte: “Farò sgombrare tutte le grotte della città”. Come Alemanno, che farà sgombrare tutti i campi nomadi abusivi ora che, a causa del fuoco acceso per scaldarsi, sono morte una giovane madre e la sua bambina. Che muoiano da un’altra parte, insomma. E nulla più.
sabato 27 dicembre 2008
giovedì 25 dicembre 2008
No, non è la nostalgia...
Come definire una serata di “Ziti, miti e riti” in cui i migliori atleti e calciatori lentinesi degli anni ’60 hanno raccontato mille retroscena, hanno rivelato fatti finora segreti, hanno confessato partite vendute e gare perse di proposito? Strepitosa! Risate e sorprese a non finire, riflessioni profondissime (ma mai barbose), incontri insperati. C’erano Nino Risuglia, primatista regionale del salto in lungo, il mitico Cesare Pisano, il velocista Felice Aloisi, il campione che non immaginavi, l’ex sindaco e dottore Franco Rossitto, e poi i calciatori Saro Zacco, sempre fulminante, Bruno Turelli, in forma strepitosa, Guido Mirisola, divertentissimo, Filippo Cracchiolo. Ma la preside Maria Arisco, oltre che a competere con i maschi sul piano della verve, è stata brillantissima nel descrivere le difficoltà, dovute a censure di vario tipo, delle ragazze atlete. Aldo Failla, come al solito, è stato li inesauribile miniera di ricordi e memorie e Armando Rossitto, che abbiamo scoperto giovanissimo giornalista sportivo del tempo, ha saldato avvenimenti, storia e sociolologia con un intervento che da solo sarebbe bastato a rendere importante la serata.
La prossima puntata, quella di domenica prossima sarà dedicata al teatro: quello del Centro Studi e di Carlo Lo Presti, quello del Gorgia e quello della FUCI, quello di Gianni Giuffrè e quello di Gianni Anzalone, quello di Agostino La Fata, quello di Elio Cardillo e quello di Enzo Ferraro. Tutti coloro che ho citato (tranne Lo Presti, scomparso da tempo) e altri protagonisti del tempo (Piero Russo, in primis) saranno con noi per chiudere questo breve ciclo sugli anni ’60 e per dare vita ad un’altra indimenticabile serata di amarcord e di stimoli nuovi per noi tutti.
Ricordo ancora: domenica 28, alle 17, alla masseria Militti, via F.lli Bandiera, n. 18. Alle 17, 30 su Radio Elleuno (99,2 fm) e su www.radioelleuno.it
La prossima puntata, quella di domenica prossima sarà dedicata al teatro: quello del Centro Studi e di Carlo Lo Presti, quello del Gorgia e quello della FUCI, quello di Gianni Giuffrè e quello di Gianni Anzalone, quello di Agostino La Fata, quello di Elio Cardillo e quello di Enzo Ferraro. Tutti coloro che ho citato (tranne Lo Presti, scomparso da tempo) e altri protagonisti del tempo (Piero Russo, in primis) saranno con noi per chiudere questo breve ciclo sugli anni ’60 e per dare vita ad un’altra indimenticabile serata di amarcord e di stimoli nuovi per noi tutti.
Ricordo ancora: domenica 28, alle 17, alla masseria Militti, via F.lli Bandiera, n. 18. Alle 17, 30 su Radio Elleuno (99,2 fm) e su www.radioelleuno.it
mercoledì 24 dicembre 2008
Buon Natale
A tutti gli amici che generosamente ogni tanto si soffermano a leggere le mie piccole riflessioni auguro un buon Natale, splendidi gironi di festa e tanta felicità. Guglielmo
sabato 20 dicembre 2008
Abbiamo Iacopo da Lentini, ora occorrerebbe una Lentini “da Iacopo”
Abbiamo Iacopo da Lentini, ora occorrerebbe una Lentini “da Iacopo”
Grazie a Iacopo il nome di Lentini è noto in tutto il mondo. Si è parlato molto, anche su questo giornale, della “festa di Iacopo” e del grande interesse che ha suscitato in città e nelle scuole (quasi sessanta studenti hanno partecipato al concorso indetto dalla Fondazione Pisano). Si sono raccontati più volte i motivi che hanno spinto la Fondazione, il Liceo classico Gorgia, il Liceo scientifico Vittoriani e l’associazione “Giacomo da Lentini” ad organizzare questa manifestazione: l’articolo di Andrea Camilleri sul quotidiano “La Repubblica”, in cui il popolare scrittore tesseva le lodi del nostro poeta e dei suoi sonetti amorosi. Si è molto parlato della intelligente relazione tra il poeta e la sua città che il professore Antonelli ha colto e sottolineato brillantemente.
Non è stato reso noto un piccolo, particolare suggerimento che il professore alla fine della sua relazione, in privato, diede al Sindaco Mangiameli. Disse il professore: “Dovreste fare qualcosa che ricordi sempre a tutti che questa è la città del Notaro; perché non pensate ad un premio annuale della poesia d’amore”. Il Sindaco con molta cordialità gli fece osservare che da dodici anni a Lentini si tiene una manifestazione molto simile a quella suggerita dal professore, il “San Valentino in poesia” e gli parlò anche dei “Luoghi gentili”, le poesie sui muri della città. Trattandosi di due iniziative che hanno a che fare con me, non riferirò lo stupore e complimenti di Antonelli. Dico solo che egli confessò che qualche anno fa aveva pensato di fare qualcosa di simile nelle stazioni della metropolitana di Roma, ma ci riuscì.
Chissà cosa avrebbe pensato se gli avessero raccontato che quelle due piccole cose che ricordano Iacopo sono state realizzate per iniziativa privata e a suo tempo furono ferocemente osteggiate da amministratori, consiglieri comunali e intellettuali importanti!
Quello che pochissimi sanno è che lo studioso sarebbe dovuto venire a Lentini la sera precedente la conferenza, e non lo stesso pomeriggio, come accadde.
Cosa sarebbe accaduto se, come da programma avesse trascorso la mattinata del sabato a visitare la città? Certamente l’avremmo portato al Municipio. E nel percorso avrebbe visto che la via Notaro Iacopo è una traversa di via Garibaldi. Probabilmente sarebbe rimasto un po’ deluso nel veder che le vie più importanti di Lentini, anziché a Gorgia e a Iacopo, sono intestate Vittorio Emanuele III, alla Regina Margherita, a Umberto di Savoia
Poi forse avrebbe chiesto di visitare la Biblioteca Comunale. Una volta arrivato avrebbe pensato che, per fargli un discutibile scherzo, l’avevamo portato al deposito dei libri e dei mobili vecchi e non nella vera Biblioteca. Dopo qualche metro avrebbe scoperto l’ex Upim, con tutto il suo cemento, le grandi vetrate rotte e sporche, le decine di manifesti colorati, grandi e piccoli, strappati, ammassati, sovrapposti (misteriosamente quelle vetrate sono l’unica zona franca per Manifesto Selvaggio...
Forse a quel punto sarebbe andato via convinto di avere sbagliato città: non poteva essere quella la città di Iacopo.
A pensarci bene avremmo fatto una cattiva figura solo perché siamo sciatti: per fare una Lentini degna di Iacopo e Gorgia non ci vogliono chissà quanti soldi (è la scusa di tutti, questa): basta avvertire il dovere di farlo.
Grazie a Iacopo il nome di Lentini è noto in tutto il mondo. Si è parlato molto, anche su questo giornale, della “festa di Iacopo” e del grande interesse che ha suscitato in città e nelle scuole (quasi sessanta studenti hanno partecipato al concorso indetto dalla Fondazione Pisano). Si sono raccontati più volte i motivi che hanno spinto la Fondazione, il Liceo classico Gorgia, il Liceo scientifico Vittoriani e l’associazione “Giacomo da Lentini” ad organizzare questa manifestazione: l’articolo di Andrea Camilleri sul quotidiano “La Repubblica”, in cui il popolare scrittore tesseva le lodi del nostro poeta e dei suoi sonetti amorosi. Si è molto parlato della intelligente relazione tra il poeta e la sua città che il professore Antonelli ha colto e sottolineato brillantemente.
Non è stato reso noto un piccolo, particolare suggerimento che il professore alla fine della sua relazione, in privato, diede al Sindaco Mangiameli. Disse il professore: “Dovreste fare qualcosa che ricordi sempre a tutti che questa è la città del Notaro; perché non pensate ad un premio annuale della poesia d’amore”. Il Sindaco con molta cordialità gli fece osservare che da dodici anni a Lentini si tiene una manifestazione molto simile a quella suggerita dal professore, il “San Valentino in poesia” e gli parlò anche dei “Luoghi gentili”, le poesie sui muri della città. Trattandosi di due iniziative che hanno a che fare con me, non riferirò lo stupore e complimenti di Antonelli. Dico solo che egli confessò che qualche anno fa aveva pensato di fare qualcosa di simile nelle stazioni della metropolitana di Roma, ma ci riuscì.
Chissà cosa avrebbe pensato se gli avessero raccontato che quelle due piccole cose che ricordano Iacopo sono state realizzate per iniziativa privata e a suo tempo furono ferocemente osteggiate da amministratori, consiglieri comunali e intellettuali importanti!
Quello che pochissimi sanno è che lo studioso sarebbe dovuto venire a Lentini la sera precedente la conferenza, e non lo stesso pomeriggio, come accadde.
Cosa sarebbe accaduto se, come da programma avesse trascorso la mattinata del sabato a visitare la città? Certamente l’avremmo portato al Municipio. E nel percorso avrebbe visto che la via Notaro Iacopo è una traversa di via Garibaldi. Probabilmente sarebbe rimasto un po’ deluso nel veder che le vie più importanti di Lentini, anziché a Gorgia e a Iacopo, sono intestate Vittorio Emanuele III, alla Regina Margherita, a Umberto di Savoia
Poi forse avrebbe chiesto di visitare la Biblioteca Comunale. Una volta arrivato avrebbe pensato che, per fargli un discutibile scherzo, l’avevamo portato al deposito dei libri e dei mobili vecchi e non nella vera Biblioteca. Dopo qualche metro avrebbe scoperto l’ex Upim, con tutto il suo cemento, le grandi vetrate rotte e sporche, le decine di manifesti colorati, grandi e piccoli, strappati, ammassati, sovrapposti (misteriosamente quelle vetrate sono l’unica zona franca per Manifesto Selvaggio...
Forse a quel punto sarebbe andato via convinto di avere sbagliato città: non poteva essere quella la città di Iacopo.
A pensarci bene avremmo fatto una cattiva figura solo perché siamo sciatti: per fare una Lentini degna di Iacopo e Gorgia non ci vogliono chissà quanti soldi (è la scusa di tutti, questa): basta avvertire il dovere di farlo.
mercoledì 17 dicembre 2008
che serata, la prossima domenica!
Domenica 21, III puntata di Ziti, miti e riti.
I Miti che ricorderemo stasera saranno quelli della straordinaria squadra di atletica leggera del Liceo Gorgia, che per tre anni dominò i campionati studenteschi provinciali: Nino Risuglia, Nuccio Fisicaro, Alfio Strano, Alfio Toscano, Felice Aloisi, Lino e Pino Celesti, Cesare Pisano, Franco Rossitto, Maria Arisco e poi, negli anni successivi, Nino Tribulato, Antonio Ferrauto, Edmondo Cimino, Agata Martines, Guido Mirisola. Accanto a loro altri Miti, quelli della Leonzio: Turi Di Pietro, Saro Zacco, Gianni Viola, Turelli, Cracchiolo, ecc. ecc.
Si tratta di figure la cui personalità ha brillato anche negli anni successivi e in attività diverse da quelle dello sport, quasi tutti vivaci raccontatori di storie e aneddoti di cui sono stati protagonisti e testimoni. Si prevede una serata strepitosa, per risate e ricordi, assolutamente da non perdere.
Per chi non potrà essere presente di persona c’è la comoda alternativa della diretta su Radio Elleuno (99,2 fm). Chi perde entrambe le possibilità è proprio fesso
I Miti che ricorderemo stasera saranno quelli della straordinaria squadra di atletica leggera del Liceo Gorgia, che per tre anni dominò i campionati studenteschi provinciali: Nino Risuglia, Nuccio Fisicaro, Alfio Strano, Alfio Toscano, Felice Aloisi, Lino e Pino Celesti, Cesare Pisano, Franco Rossitto, Maria Arisco e poi, negli anni successivi, Nino Tribulato, Antonio Ferrauto, Edmondo Cimino, Agata Martines, Guido Mirisola. Accanto a loro altri Miti, quelli della Leonzio: Turi Di Pietro, Saro Zacco, Gianni Viola, Turelli, Cracchiolo, ecc. ecc.
Si tratta di figure la cui personalità ha brillato anche negli anni successivi e in attività diverse da quelle dello sport, quasi tutti vivaci raccontatori di storie e aneddoti di cui sono stati protagonisti e testimoni. Si prevede una serata strepitosa, per risate e ricordi, assolutamente da non perdere.
Per chi non potrà essere presente di persona c’è la comoda alternativa della diretta su Radio Elleuno (99,2 fm). Chi perde entrambe le possibilità è proprio fesso
Da noi era meglio non sognare
Nella è un splendida “ragazza degli anni ‘60” che vive a Firenze. Per molti anni è stata lentinese, nel senso che giunse a Lentini, con la famiglia, quand’era ragazzina e qui si formò, completò gli studi,si innamorò, iniziò a lavorare. Era molto intelligente e creativa già allora e mai ha cessato di esserlo. Adesso fa l’insegnante e la scultrice. L’ho contattata per Ziti, miti e riti perché la nostra amica comune Maria Marino mi aveva raccontato una storia che la riguardava. Di questa storia potrebbero sortire trattati, dibattiti, addirittura film o romanzi. E non perché si tratta di storia particolare, singolare, straordinaria, ma proprio perché storia normale, ordinaria: malinconica storia di speranze deluse e di sconfitte, assai comune negli anni '60 (e forse anche oggi) a Lentini (e forse non solo) e per questo emblematica. Di eccezionale c'erano il sogno (aprire un atelier), la dimostrazione delle capacità di Nella (una sfilata organizzata nel '66 con modelli da lei disegnati), e la straordinaria bellezza delle ragazze che si improvvisarono modelle per l'occasione.
Nella (è lei che ha scritto quanto segue)racconta questa storia con pochi, brillanti tratti da artista.
L’abbiamo letta e abbiamo rievocato quei momenti con alcune delle protagoniste citate nel breve racconto la sera del 14 dicembre alla Masseria Militti, nella seconda serata di Ziti, miti e riti.
Lentini gennaio 1966
Nella. – Cara Leda, sono stufa, con sto cavolo di diploma di ragioniere non so che farci. Potessi mettere a frutto il mio corso di figurinismo…! Tirerei su una bella ditta di abiti. Con tutte le sartine, le signore che ricamano e fanno la maglia…in questo paese, altro che Dior!
Leda – E perché non la facciamo? Io conosco tante ditte del Piemonte che ci potrebbero dare una mano.
Nella – mi piacerebbe fare una ditta dove si disegnano e si tagliano i vestiti e poi si portano a lavorare nelle case delle sarte, delle magliaie o delle ricamatrici. Magari gli si comprano le macchine da cucire ed i telai più moderni: sì, ma con quali soldi.
Leda – A quelli non pensare. Se si parte bene poi i finanziatori arrivano.
Nella - Potremmo organizzare una sfilata di modelli disegnati da me. Io so tagliare e cucire, ma a rifinire mi annoio e non mi piace. Io faccio bene solo quello che mi piace.
Leda – potremmo trovare qualche sarta, non troppo esosa.
Nella - Ci sarebbe un’amica mia, si chiama Rosetta.
Leda – Mettiti a disegnare…al resto ci pensiamo.
Nella – Se non so per chi devo disegnare e con quale tessuti…..non ci riesco.
Sai cosa posso fare? Chiamo tutte le mie amiche e se loro mi portano i tessuti e sono disposte a sfilare glieli regaliamo, altrimenti devono pagare la sarta.
Nella, Leda e Rosetta si mettono all’opera: vengono reclutate Franca e Tina Caracciolo, Cetty Massimino, Rosanna Bonafede, Enza Failla, Angela Pizzo, Pinella Consiglio, Annamaria Vertillo e tante altre ragazze.
Il Purrazzeto si trasforma in una sartoria di alta moda dove vengono disegnati, tagliati e confezionati 62 vestiti.
Qualcuno arriva a pensar male vedendo sto anda e rianda di tutte ste belle ragazze:
I vestiti sono quasi pronti……ma dove si fa la sfilata?
Turi Moncada è il mago che risolve i problemi.
La sfilata si farà al Circolo Conte Alajmo, più noto come Circolo dei Nobili.
Nei bei locali, tra gfli specchi dorati c’è anche il pianoforte, e il nostro mago tira fuori dal suo cilindro anche le trecento sedie necessarie oltre a quelle in dotazione al Circolo. INVITO:
Lentini, 21 aprile 1966, ore 18 Circolo Conte Alajmo
Nella presenta le sue creazioni
I soci del Circolo sono lieti di invitare alla sfilata di moda la signora……………
Invito strettamente personale
Al Pianoforte Luisa Balcone
Speaker Salvo Pizzo
Tutta le signore di Lentini sono assiepate nel salone del Circolo.
Le ragazze, pettinate dal parrucchiere Emilio e dal suo aiutante, sfilano, inizialmente impacciate ma poi disinvolte.
Il caloroso pubblico sottolinea con scroscianti applausi di apprezzamento e di incoraggiamento.
Un successone!
Lentini, 10 maggio 1966
Il carissimo signor Cannone, papà di Mariella e Paola, divertitosi moltisso a questa iniziativa mette a disposizione un suo appartamento in fondo a via Regina Margherita.
La signora Balcone cede una macchina da cucire ed un tavolo per il taglio delle stoffe.
Il signor Saro Antico presta la sua ape per i traslochi
Tante altre persone, che oggi non sono più fra noi, si mostrano generosissime ed entusiaste di essere tra i protagonisti di tale iniziativa.
E’ nato il primo atelier di Lentini,
Passato il primo momento di euforia ed arredato l’appartamento, si invitano le lentinesi.
Si sa che i primi passi sono duri…ma la delusione è tanta: le giovani signore di Lentini vengono per farsi disegnare gli abiti ma, quando si chiede di mostrare il tessuto comprato…dai rotoli scartocciati appaiono pezzi di stoffa di vestiti usati e scuciti…………la creatività, l’iniziativa e l’entusiamo delle giovani Nella e Rosetta non era degna manco d’un taglio da “giovedì”!
Lentini, 10 luglio 1966
Tutto viene restituito ai legittimi proprietari.
Rosetta viene assunta per L. 15.000 come segretaria all’autoscuola.
Nella, due mesi dopo, riprende a studiare l’odiata ragioneria e si scrive ad Economia e commercio; verrà assunta da Turi Moncada come geometra.
Fine di questa storia.
Nella (è lei che ha scritto quanto segue)racconta questa storia con pochi, brillanti tratti da artista.
L’abbiamo letta e abbiamo rievocato quei momenti con alcune delle protagoniste citate nel breve racconto la sera del 14 dicembre alla Masseria Militti, nella seconda serata di Ziti, miti e riti.
Lentini gennaio 1966
Nella. – Cara Leda, sono stufa, con sto cavolo di diploma di ragioniere non so che farci. Potessi mettere a frutto il mio corso di figurinismo…! Tirerei su una bella ditta di abiti. Con tutte le sartine, le signore che ricamano e fanno la maglia…in questo paese, altro che Dior!
Leda – E perché non la facciamo? Io conosco tante ditte del Piemonte che ci potrebbero dare una mano.
Nella – mi piacerebbe fare una ditta dove si disegnano e si tagliano i vestiti e poi si portano a lavorare nelle case delle sarte, delle magliaie o delle ricamatrici. Magari gli si comprano le macchine da cucire ed i telai più moderni: sì, ma con quali soldi.
Leda – A quelli non pensare. Se si parte bene poi i finanziatori arrivano.
Nella - Potremmo organizzare una sfilata di modelli disegnati da me. Io so tagliare e cucire, ma a rifinire mi annoio e non mi piace. Io faccio bene solo quello che mi piace.
Leda – potremmo trovare qualche sarta, non troppo esosa.
Nella - Ci sarebbe un’amica mia, si chiama Rosetta.
Leda – Mettiti a disegnare…al resto ci pensiamo.
Nella – Se non so per chi devo disegnare e con quale tessuti…..non ci riesco.
Sai cosa posso fare? Chiamo tutte le mie amiche e se loro mi portano i tessuti e sono disposte a sfilare glieli regaliamo, altrimenti devono pagare la sarta.
Nella, Leda e Rosetta si mettono all’opera: vengono reclutate Franca e Tina Caracciolo, Cetty Massimino, Rosanna Bonafede, Enza Failla, Angela Pizzo, Pinella Consiglio, Annamaria Vertillo e tante altre ragazze.
Il Purrazzeto si trasforma in una sartoria di alta moda dove vengono disegnati, tagliati e confezionati 62 vestiti.
Qualcuno arriva a pensar male vedendo sto anda e rianda di tutte ste belle ragazze:
I vestiti sono quasi pronti……ma dove si fa la sfilata?
Turi Moncada è il mago che risolve i problemi.
La sfilata si farà al Circolo Conte Alajmo, più noto come Circolo dei Nobili.
Nei bei locali, tra gfli specchi dorati c’è anche il pianoforte, e il nostro mago tira fuori dal suo cilindro anche le trecento sedie necessarie oltre a quelle in dotazione al Circolo. INVITO:
Lentini, 21 aprile 1966, ore 18 Circolo Conte Alajmo
Nella presenta le sue creazioni
I soci del Circolo sono lieti di invitare alla sfilata di moda la signora……………
Invito strettamente personale
Al Pianoforte Luisa Balcone
Speaker Salvo Pizzo
Tutta le signore di Lentini sono assiepate nel salone del Circolo.
Le ragazze, pettinate dal parrucchiere Emilio e dal suo aiutante, sfilano, inizialmente impacciate ma poi disinvolte.
Il caloroso pubblico sottolinea con scroscianti applausi di apprezzamento e di incoraggiamento.
Un successone!
Lentini, 10 maggio 1966
Il carissimo signor Cannone, papà di Mariella e Paola, divertitosi moltisso a questa iniziativa mette a disposizione un suo appartamento in fondo a via Regina Margherita.
La signora Balcone cede una macchina da cucire ed un tavolo per il taglio delle stoffe.
Il signor Saro Antico presta la sua ape per i traslochi
Tante altre persone, che oggi non sono più fra noi, si mostrano generosissime ed entusiaste di essere tra i protagonisti di tale iniziativa.
E’ nato il primo atelier di Lentini,
Passato il primo momento di euforia ed arredato l’appartamento, si invitano le lentinesi.
Si sa che i primi passi sono duri…ma la delusione è tanta: le giovani signore di Lentini vengono per farsi disegnare gli abiti ma, quando si chiede di mostrare il tessuto comprato…dai rotoli scartocciati appaiono pezzi di stoffa di vestiti usati e scuciti…………la creatività, l’iniziativa e l’entusiamo delle giovani Nella e Rosetta non era degna manco d’un taglio da “giovedì”!
Lentini, 10 luglio 1966
Tutto viene restituito ai legittimi proprietari.
Rosetta viene assunta per L. 15.000 come segretaria all’autoscuola.
Nella, due mesi dopo, riprende a studiare l’odiata ragioneria e si scrive ad Economia e commercio; verrà assunta da Turi Moncada come geometra.
Fine di questa storia.
mercoledì 10 dicembre 2008
La seconda puntata di Ziti, miti e riti
Domenica prossima seconda puntata di Ziti, miti e riti.
Questa sarà ancora più intensa, ricca e ritmata della prima. Parleremo di una sfilata di moda tenuta a Lentini nel 1966 con modelli disegnati dalla lentinese nella Pizzo, cuciti dalla lentinese Rosetta Avola, indossati da bellissime ragazze lentinesi. Alcune di loro saranno con noi a raccontarci tutto e sarà possibile vedere i disegni degli abiti.
Poi si passerà a parlare di alcune famiglie di venute da fuori per via del commercio delle arance e che ebbero un ruolo significativo anche nell’evoluzione del costume, nell’imprenditoria, nelle attività sportive e culturali: gli Zerega, i Tesei, i Gangemi, ecc. (saranno tutti presenti).
Si ricorderà un’esperienza culturale di grande spessore, Il Ponte, che vide tra i suoi animatori i più vivaci intellettuali del tempo, come il giudice Paglialunga, lo scrittore Addamo, il cardiologo Nuccio Sgalambro, ecc.
Come nella prima puntata parteciperanno Aldo Failla, Gianni Anzalone e il duo Bruno e Luisa. In chiusura, il nostro caro anfitrione Sergio Militti ci aiuterà ad alleviare la tipica, incontenibile tristezza da fine serata con dolcetti e liquorini consolatori.
Questa sarà ancora più intensa, ricca e ritmata della prima. Parleremo di una sfilata di moda tenuta a Lentini nel 1966 con modelli disegnati dalla lentinese nella Pizzo, cuciti dalla lentinese Rosetta Avola, indossati da bellissime ragazze lentinesi. Alcune di loro saranno con noi a raccontarci tutto e sarà possibile vedere i disegni degli abiti.
Poi si passerà a parlare di alcune famiglie di venute da fuori per via del commercio delle arance e che ebbero un ruolo significativo anche nell’evoluzione del costume, nell’imprenditoria, nelle attività sportive e culturali: gli Zerega, i Tesei, i Gangemi, ecc. (saranno tutti presenti).
Si ricorderà un’esperienza culturale di grande spessore, Il Ponte, che vide tra i suoi animatori i più vivaci intellettuali del tempo, come il giudice Paglialunga, lo scrittore Addamo, il cardiologo Nuccio Sgalambro, ecc.
Come nella prima puntata parteciperanno Aldo Failla, Gianni Anzalone e il duo Bruno e Luisa. In chiusura, il nostro caro anfitrione Sergio Militti ci aiuterà ad alleviare la tipica, incontenibile tristezza da fine serata con dolcetti e liquorini consolatori.
martedì 9 dicembre 2008
Il Carmes, il Mokambo, i "fusti"
Forse non toccherebbe a me dirlo, ma la prima serata di Ziti, riti e miti è stata proprio bella. Lo scriverei in ogni caso perché questo è il mio blog e sono certo di dire la verità, ma vi garantisco che sono ampiamente confortato, in questo giudizio, da tutti quelli che erano presenti e dagli amici che ci hanno ascoltato per radio e abbiamo potuto contattare.
Riconosco che era fin troppo facile suscitare sorrisi e consensi avendo procurato l’incontro tra vecchie conoscenze che in alcuni casi si erano perse anche di vista e che non c’è niente di più gradevole che ricordare i bei tempi della gioventù. Se aggiungiamo che l’ospitalità di Sergio Militti è stata magnifica (anche i dolcetti e i liquori ci ha offerto alla fine), pensiamo che non c’era bisogno di molto per rendere bellissima la serata. E però qualcosa di più c’è stata: la presenza di una decina di giovani nati ben dopo gli anni ’60 ed il loro giudizio, non dissimile dal mio; le capacità narrative di Aldo Failla e Ciro Messina e quelle affabulatorie di Gianni Anzalone; gli interventi musicali di Bruno Gullotta e Luisa Zarbano. Insomma, alla fine possiamo ben dire che è stato creato un momento di bellezza, una piccola opera d’arte immateriale e fuggevole. E di questo siamo contenti. Ma resta netta una sensazione: che le cose ricordate sull’Upim, sul Carmes, su Lorelan, sui “fusti” (ah, c’era pure Cesare Pisano), sulle balli degli anni verdi e sui Giampuliroti a Lentini, su Graziella Vistrè e gli scontri del’66, sugli anni lentinesi di Giovanni Falcone, sul giudice Paglialunga alla fine abbiano lasciato anche qualche spunto di riflessione sulle relazioni tra quei tumultuosi anni ’60 e l’attualità. Infinity Media, produttrice del video “Graziella fumava le alfa” ha regalato una copia del DVD ad ognuno dei presenti.
Nella prossima serata, domenica prossima, stesso luogo (masseria Militti, via F,lli Bandiera, 18) e stessa ora, parleremo della Famiglia Zerega (ed anche dei Tesei e dei Gangemi), del Circolo Culturale “Il ponte” (e, quindi, del giudice Paglialunga e dello scrittore Addamo), della FUCI e di una sfilata memorabile sfilata di moda tutta lentinese (Nella Pizzo). Come domenica scorsa l’incontro potrà essere seguito anche per radio grazie a Radio ElleUno (99,2 mf)
Riconosco che era fin troppo facile suscitare sorrisi e consensi avendo procurato l’incontro tra vecchie conoscenze che in alcuni casi si erano perse anche di vista e che non c’è niente di più gradevole che ricordare i bei tempi della gioventù. Se aggiungiamo che l’ospitalità di Sergio Militti è stata magnifica (anche i dolcetti e i liquori ci ha offerto alla fine), pensiamo che non c’era bisogno di molto per rendere bellissima la serata. E però qualcosa di più c’è stata: la presenza di una decina di giovani nati ben dopo gli anni ’60 ed il loro giudizio, non dissimile dal mio; le capacità narrative di Aldo Failla e Ciro Messina e quelle affabulatorie di Gianni Anzalone; gli interventi musicali di Bruno Gullotta e Luisa Zarbano. Insomma, alla fine possiamo ben dire che è stato creato un momento di bellezza, una piccola opera d’arte immateriale e fuggevole. E di questo siamo contenti. Ma resta netta una sensazione: che le cose ricordate sull’Upim, sul Carmes, su Lorelan, sui “fusti” (ah, c’era pure Cesare Pisano), sulle balli degli anni verdi e sui Giampuliroti a Lentini, su Graziella Vistrè e gli scontri del’66, sugli anni lentinesi di Giovanni Falcone, sul giudice Paglialunga alla fine abbiano lasciato anche qualche spunto di riflessione sulle relazioni tra quei tumultuosi anni ’60 e l’attualità. Infinity Media, produttrice del video “Graziella fumava le alfa” ha regalato una copia del DVD ad ognuno dei presenti.
Nella prossima serata, domenica prossima, stesso luogo (masseria Militti, via F,lli Bandiera, 18) e stessa ora, parleremo della Famiglia Zerega (ed anche dei Tesei e dei Gangemi), del Circolo Culturale “Il ponte” (e, quindi, del giudice Paglialunga e dello scrittore Addamo), della FUCI e di una sfilata memorabile sfilata di moda tutta lentinese (Nella Pizzo). Come domenica scorsa l’incontro potrà essere seguito anche per radio grazie a Radio ElleUno (99,2 mf)
domenica 7 dicembre 2008
La festa di Iacopo, il Poeta “da Lentino”
Prima di cominciare, era lecito che qualcuno giudicasse fosse un po’ eccessivo il titolo di “Festa di Iacopo” che si era voluto attribuire alla manifestazione sul nostro grande antenato conclusasi sabato scorso.
Probabilmente adesso, però, tutti coloro che erano presenti nell’Auditorium della “Marconi” saranno pronti a giurare che davvero si è trattata di una festa. Di una gran bella festa.
Innanzitutto per la presenza del brillante, affascinante, preparatissimo professor Antonelli, forse il massimo studioso italiano di Iacopo e della Scuola Poetica Siciliana, autore di innumerevoli pubblicazioni sull’argomento: profondo, stasera relatore acuto e rigoroso, ma esemplarmente chiaro, gradevole, comprensibile a tutti.
Egli ha saputo individuare ed indicare al foltissimo pubblico tutte le tracce di “lentinesità” appositamente lasciate dal Notaro nella sua produzione poetica; ha illustrato come il sonetto, di cui Iacopo fu l’inventore, sia a tutt’oggi la forma poetica cui nel mondo si fa più ricorso; ha ricordato quanto la lingua e la letteratura italiana debbono al nostro poeta.
Ma a fare diventare festa quella che poteva essere una semplice, seppur importante, conferenza, è stata anche un gruppo di studenti dei due licei che, sotto la guida di Gianni Anzalone, hanno dato vita ad una performance di voce, parola e poesia di grandissimo valore artistico, geniale invenzione di Gianni. E, con loro, il liutaio e musicista Giuseppe Severini che, accompagnandosi con strumenti musicali da lui stesso costruiti, ha suonato e cantato diversi brani musicali d’epoca medievale e letto poesie di Iacopo.
La festa si è conclusa con la premiazione dei vincitori del concorso “Iacopo da Lentini, Notaio”, indetto dalla Fondazione Pisano, a cui avevano partecipato ben 57 studenti del comprensorio. Sono stati premiati i giovani Giulia Corsino, (primo premio), Denise Miceli, Francesco Catania, Martina Ruma, Valeria Saggio, Leandro lasciato, Eugenia Munzone, Diletta Guglielmino.
La manifestazione è stata promossa dalla Fondazione Pisano, dall’Associazione Giacomo da Lentini, dal Liceo Classico Gorgia, e dal Liceo Scientifico Vittoriani, con la collaborazione degli I Istituti comprensivi, I, II e IV (Vittorio Veneto, Notaro Iacopo e Marconi) e dell’Istituto alberghiero Moncada.
Se la Festa di Iacopo ha avuto questi grandi risultati, gran parte del merito è da attribuirsi al presidente della Fondazione Pisano, professor Filippo Motta, efficientissimo coordinatore e impeccabile “padrone di casa”.
Probabilmente adesso, però, tutti coloro che erano presenti nell’Auditorium della “Marconi” saranno pronti a giurare che davvero si è trattata di una festa. Di una gran bella festa.
Innanzitutto per la presenza del brillante, affascinante, preparatissimo professor Antonelli, forse il massimo studioso italiano di Iacopo e della Scuola Poetica Siciliana, autore di innumerevoli pubblicazioni sull’argomento: profondo, stasera relatore acuto e rigoroso, ma esemplarmente chiaro, gradevole, comprensibile a tutti.
Egli ha saputo individuare ed indicare al foltissimo pubblico tutte le tracce di “lentinesità” appositamente lasciate dal Notaro nella sua produzione poetica; ha illustrato come il sonetto, di cui Iacopo fu l’inventore, sia a tutt’oggi la forma poetica cui nel mondo si fa più ricorso; ha ricordato quanto la lingua e la letteratura italiana debbono al nostro poeta.
Ma a fare diventare festa quella che poteva essere una semplice, seppur importante, conferenza, è stata anche un gruppo di studenti dei due licei che, sotto la guida di Gianni Anzalone, hanno dato vita ad una performance di voce, parola e poesia di grandissimo valore artistico, geniale invenzione di Gianni. E, con loro, il liutaio e musicista Giuseppe Severini che, accompagnandosi con strumenti musicali da lui stesso costruiti, ha suonato e cantato diversi brani musicali d’epoca medievale e letto poesie di Iacopo.
La festa si è conclusa con la premiazione dei vincitori del concorso “Iacopo da Lentini, Notaio”, indetto dalla Fondazione Pisano, a cui avevano partecipato ben 57 studenti del comprensorio. Sono stati premiati i giovani Giulia Corsino, (primo premio), Denise Miceli, Francesco Catania, Martina Ruma, Valeria Saggio, Leandro lasciato, Eugenia Munzone, Diletta Guglielmino.
La manifestazione è stata promossa dalla Fondazione Pisano, dall’Associazione Giacomo da Lentini, dal Liceo Classico Gorgia, e dal Liceo Scientifico Vittoriani, con la collaborazione degli I Istituti comprensivi, I, II e IV (Vittorio Veneto, Notaro Iacopo e Marconi) e dell’Istituto alberghiero Moncada.
Se la Festa di Iacopo ha avuto questi grandi risultati, gran parte del merito è da attribuirsi al presidente della Fondazione Pisano, professor Filippo Motta, efficientissimo coordinatore e impeccabile “padrone di casa”.
lunedì 1 dicembre 2008
IACOPO E LA SUA CITTA’
Finalmente anche il Notaro Iacopo ha una festa nella sua città. La prima edizione si terrà dal 4 al 6 dicembre per iniziativa della Fondazione Pisano, di un’Associazione sorta proprio per questo, , del Liceo classico “Gorgia” e del Liceo scientifico “Vittorini”.
Inizierà con un concorso tra studenti (48 adesioni) per una ricerca sul poeta inventore del sonetto, per i cui vincitori sono previsti premi in denaro e attestazioni di merito. Si concluderà nel pomeriggio di sabato 6 nell’ Auditorium dell’istituto Comprensivo “Bottiglieri” di via Federico di Svevia, dove, alle ore 17, il professor Roberto Antonelli terrà una conferenza dal titolo “Giacomo e Lentini”.
Il prof. Antonelli è Preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, direttore della rivista “Critica del Testo”, membro del Comitato editoriale del Dipartimento di Studi romanzi, vincitore del premio «Honoré Chavée» dell’Institut de France, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e tanto altro ancora. Recentemente ha curato un volume sul Poeta, edito da Mondatori, unanimemente considerato un punto di riferimento imprescindibile per lo studio di Iacopo (o Giacomo, nome con cui è altrettanto noto) di cui, nell’estate scorsa, scrisse un entusiastico articolo sul quotidiano “La Repubblica” nientemeno che Andrea Camilleri. A dimostrazione dell’attualità della poesia del Notaro, il padre di Montalbano in quell’occasione si dilungò molto sui versi del nostro Poeta e sul suo tema privilegiato, quello dell’amore. Come fu scritto anche in questo stesso giornale, quell’articolo si rivelò anche un inaspettato spot per la nostra città, il cui nome, per un giorno, campeggiò sulla prima pagina del secondo giornale più letto d’Italia.
Lentini, attraverso una prestigiosissima Fondazione, i suoi Licei e un’associazione culturale sta cercando di dimostrarsi all’altezza di quella “chiamata”.
L’iniziativa, dunque, va ben oltre gli amplissimi confini di una grande manifestazione culturale per assumere anche i connotati di efficace iniziativa di promozione della città. Purtroppo, proprio sotto questo profilo forse apparirà un po’ debole e potrebbe non portare tutti i risultati sperabili, essendo venuta a mancare all’ultimo momento l’adesione, già data per certa, del Comune. Ma in questo periodo di beghe politiche sempre più distanti dalla comprensione e dagli interessi della città, di contrapposizioni e dispetti, di scontri e ricerca di rivincite, c’è forse un solo impegno assunto a Palazzo Scammacca che possa considerarsi certo?
Inizierà con un concorso tra studenti (48 adesioni) per una ricerca sul poeta inventore del sonetto, per i cui vincitori sono previsti premi in denaro e attestazioni di merito. Si concluderà nel pomeriggio di sabato 6 nell’ Auditorium dell’istituto Comprensivo “Bottiglieri” di via Federico di Svevia, dove, alle ore 17, il professor Roberto Antonelli terrà una conferenza dal titolo “Giacomo e Lentini”.
Il prof. Antonelli è Preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, direttore della rivista “Critica del Testo”, membro del Comitato editoriale del Dipartimento di Studi romanzi, vincitore del premio «Honoré Chavée» dell’Institut de France, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e tanto altro ancora. Recentemente ha curato un volume sul Poeta, edito da Mondatori, unanimemente considerato un punto di riferimento imprescindibile per lo studio di Iacopo (o Giacomo, nome con cui è altrettanto noto) di cui, nell’estate scorsa, scrisse un entusiastico articolo sul quotidiano “La Repubblica” nientemeno che Andrea Camilleri. A dimostrazione dell’attualità della poesia del Notaro, il padre di Montalbano in quell’occasione si dilungò molto sui versi del nostro Poeta e sul suo tema privilegiato, quello dell’amore. Come fu scritto anche in questo stesso giornale, quell’articolo si rivelò anche un inaspettato spot per la nostra città, il cui nome, per un giorno, campeggiò sulla prima pagina del secondo giornale più letto d’Italia.
Lentini, attraverso una prestigiosissima Fondazione, i suoi Licei e un’associazione culturale sta cercando di dimostrarsi all’altezza di quella “chiamata”.
L’iniziativa, dunque, va ben oltre gli amplissimi confini di una grande manifestazione culturale per assumere anche i connotati di efficace iniziativa di promozione della città. Purtroppo, proprio sotto questo profilo forse apparirà un po’ debole e potrebbe non portare tutti i risultati sperabili, essendo venuta a mancare all’ultimo momento l’adesione, già data per certa, del Comune. Ma in questo periodo di beghe politiche sempre più distanti dalla comprensione e dagli interessi della città, di contrapposizioni e dispetti, di scontri e ricerca di rivincite, c’è forse un solo impegno assunto a Palazzo Scammacca che possa considerarsi certo?
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