mercoledì 19 ottobre 2011

L’Ospedale di Guido Grande

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Ieri è stata una giornata di festa per Lentini, Carlentini e Francofonte. È stata inaugurato il nuovo ospedale in contrada Poggio San Pietro. Un notevole passo avanti a difesa della salute.
La razionalità, la luminosità e la modernità della struttura permetteranno al personale medico e paramedico di esprimere al meglio la loro professionalità, che pure si è notevolmente distinta anche nelle condizioni non ideali del vecchio ospedale.
Credo che se abbiamo potuto vedere la conclusione di questa lunga gestazione, gran parte del merito sia delle nostre comunità: i sindaci attuali e quelli degli ultimi vent’anni, il personale politico, dai parlamentari ai consiglieri, i sindacati. Ma un ruolo fondamentale e consapevole credo l’abbia avuto la popolazione. C’è stata una grande mobilitazione popolare: fatta di manifestazioni, fiaccolate, marce, forum, fiorire di comitati durata un quarto di secolo, Non ho titoli per elargire riconoscimenti ma tre figure mi hanno particolarmente colpito: Una è quella di Paolo Censabella, che per oltre vent’anni, in veste di sindacalista, di consigliere comunale e di assessore, si è battuto con tenacia, intelligenza e spirito di sacrificio. Mi sento proprio di rivolgergli un grazie sincero da cittadino. La seconda è quella di Pippo Nicotra: anche lui ha condotto anni di battaglie e per il nuovo ospedale e per il centro coronarico a Lentini.
La terza figura è quella dell’onorevole Guido Grande. L’uomo che più di ogni altro sognò, lavorò, combatté per la realizzazione di questo Ospedale.
Egli fu il presidente dell’allora Unità Sanitaria Locale di Lentini che firmò la prima delibere dell’86 da cui tutto ebbe inizio.
E colgo questa occasione per ricordare, soprattutto ai più giovani chi fu Guido Grande., scomparso, ahinoi, nel 2000.
Era nato nel 1929. Fin da ragazzino mostrò grande vivacità, forza di carattere, personalità. Scelse subito da che parte stare: con i suoi compagni di lavoro, di peripezie, di difficoltà. Già nel 1948, non ancora ventenne si distinse nella breve ma gloriosa stagione dello sciopero a rovescio, che culminò con gli scontri e gli arresti della Vaddara. Da allora fu sempre in prima fila in tutte le battaglie per il lavoro, per un salario dignitoso, per la giustizia sociale, per la dignità dei braccianti. Fu segretario della Camera del lavoro di Lentini e poi della CGIL provinciale. Nell’86 fu eletto deputato regionale per il Partito Comunista, partito a cui rimase legato tutta la vita. Erano tempi, quelli in cui ci si legava ad un partito per ragioni ideali e lui fu sicuramente un esempio di coerenza, fedeltà, disinteresse, ed onestà. Fu più volte segretario della sezione del suo partito, consigliere comunale ed assessore. Nell’84 fu eletto Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’USL. Oltre che alla costruzione del nuovo ospedale il suo nome fu legato all’altra grande opera pubblica degli ultimi decenni: l’invaso del Biviere anche allora, come adesso per l’ospedale, vi furono grandi movimenti cittadini per chiedere la realizzazione dell’opera. Ed anche in quelle esaltanti battaglie Guido Grande fu sempre in testa. Era un bell’uomo e aveva una voce che incantava. Non aveva titoli di studio ma insegnò molte cose a tutti quelli che entrarono in contatto con lui. La sua intuizione e la capacità di cogliere cuore delle questioni erano note a tutti. Per tanti di noi più giovani di lui rimangono indimenticabili le notti, dopo le riunioni, trascorse in piazza a sentirlo raccontare vecchie storie di partito e di Lentini che egli ricordava con precisione e di cui sottolineava sempre gli aspetti più importanti, più comici o più drammatici. A volte, all’alba, andavamo in un forno soprafiera a fare colazione con pane caldo condito con olio, sale e peperoncino. Talvolta si accompagnava a noi Alfio Antico.
Si potrebbe dire che gli ultimi anni della sua vita li trascorse aspettando la nascita del nuovo ospedale con l’apprensione di un padre che aspetta la nascita di un figlio.
Spero di non andare più in un ospedale, ma se capiterà di andare in quello di Lentini, a chi mi chiederà dove mi trovo risponderò “all’Ospedale di Guido Grande”.

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