giovedì 25 dicembre 2008

No, non è la nostalgia...

Come definire una serata di “Ziti, miti e riti” in cui i migliori atleti e calciatori lentinesi degli anni ’60 hanno raccontato mille retroscena, hanno rivelato fatti finora segreti, hanno confessato partite vendute e gare perse di proposito? Strepitosa! Risate e sorprese a non finire, riflessioni profondissime (ma mai barbose), incontri insperati. C’erano Nino Risuglia, primatista regionale del salto in lungo, il mitico Cesare Pisano, il velocista Felice Aloisi, il campione che non immaginavi, l’ex sindaco e dottore Franco Rossitto, e poi i calciatori Saro Zacco, sempre fulminante, Bruno Turelli, in forma strepitosa, Guido Mirisola, divertentissimo, Filippo Cracchiolo. Ma la preside Maria Arisco, oltre che a competere con i maschi sul piano della verve, è stata brillantissima nel descrivere le difficoltà, dovute a censure di vario tipo, delle ragazze atlete. Aldo Failla, come al solito, è stato li inesauribile miniera di ricordi e memorie e Armando Rossitto, che abbiamo scoperto giovanissimo giornalista sportivo del tempo, ha saldato avvenimenti, storia e sociolologia con un intervento che da solo sarebbe bastato a rendere importante la serata.
La prossima puntata, quella di domenica prossima sarà dedicata al teatro: quello del Centro Studi e di Carlo Lo Presti, quello del Gorgia e quello della FUCI, quello di Gianni Giuffrè e quello di Gianni Anzalone, quello di Agostino La Fata, quello di Elio Cardillo e quello di Enzo Ferraro. Tutti coloro che ho citato (tranne Lo Presti, scomparso da tempo) e altri protagonisti del tempo (Piero Russo, in primis) saranno con noi per chiudere questo breve ciclo sugli anni ’60 e per dare vita ad un’altra indimenticabile serata di amarcord e di stimoli nuovi per noi tutti.
Ricordo ancora: domenica 28, alle 17, alla masseria Militti, via F.lli Bandiera, n. 18. Alle 17, 30 su Radio Elleuno (99,2 fm) e su www.radioelleuno.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Peccato che domenica non potrò sintonizzarmi.
Gran bella iniziativa non solo sotto il segno della nostalgia.
Il teatro a Lentini è stato qualcosa che ha lasciato tracce.
Un abbraccio
Fino