mercoledì 25 aprile 2012

Polemiche buone e polemiche cattive




Questa settimana vorrei commentare un vivace scambio di opinioni che ha visto protagonisti due personaggi veri di Lentini.
Giustappunto entrambi sono miei cari amici e li ho definiti  “personaggi veri” perché svolgono ruoli diversi ma importanti nella città e li svolgono con grande passione e, sincerità e disinteresse.
Sto parlando di Enzo Caruso, il Presidente dell’Associazione P.A.C.E., l’eroico apostolo dell’animalismo di Lentini, l’uomo che sacrifica buona parte della sua vita, del suo tempo, della sua bile per curare, proteggere, salvare, gli animali abbandonati ma anche per limitare gli effetti negativi del randagismo.
L’altro è Saverio Bosco, giovanissimo consigliere comunale, eletto nella lista di Sinistra Ecologia e Libertà, dalle idee chiare, attento, dalla forte personalità. Uno che, come tutti può anche sbagliare una valutazione ma che non si nasconde mai, che affronta sempre le discussioni e le eventuali critiche che ne conseguono a viso aperto.
La questione forse è nota a tutti: Saverio Bosco in una riunione di commissione consiliare ha dato parere contrario alla concessione di un contributo comunale all’associazione P.A,C.E. e ad un’altra associazione di Sortino per il ricovero e l’assistenza dei cani randagi di Lentini. Io non voglio entrare nel merito perché sono un convinto animalista e sostenitore delle iniziative di Enzo Caruso ma so anche che Bosco non si è macchiato di alcun crimine: egli ha espresso parere negativo non vincolante, assieme ad altri, non contro gli animali e gli animalisti, ma contro una deliberazione molto complessa, in cui convergono anche altri problemi: uno riguarda la prassi talvolta inevitabile, ma comunque deprecabile, dei debiti fuori bilancio, l’altro riguarda la presenza di un’associazione di Sortino accanto a quella lentinese.
Insomma se i motivi che hanno spinto Caruso alla polemica sono dettati d preoccupazioni nobilissimi, quelli che hanno indotto Bosco a votare in un certo modo non sono né banali né personali.
Totale: due autentiche risorse di questa città, il campione del volontariato e il giovane e brillante consigliere comunale hanno polemizzato per un tema vero, importante e serio.
E hanno spinto la gente a parlare e a riflettere di due temi autentici e seri.
Viva Caruso, viva Bosco e viva i confronti seri, anche se vivaci.

La scorsa domenica sarà ricordata come quella del disonore, della resa, della prepotenza, ecc. ecc. dello Stadio di Genova.
Ipocrisia a palate. Il presidente del CONI, il presidente della Lega Calcio, il presidente del Genoa, e chissà quanti altri presidenti, nelle decine di interviste del dopo partita sono sembrati gli uomini giusti l posto giusto, tutti col petto in fuori, tutti a evocare un eroismo che a loro non fa difetto. Nella sostanza poi cos’hanno fatto? Non hanno squalificato neanche per un giorno quei codardi calciatori che si sono lasciati denudare in campo e hanno consegnato la bandiera (perché la maglia è anche bandiera) al primo segno che poteva interpretarsi come una minaccia. Non hanno speso una sola parola di elogio per l’unico calciatore (Sculli) che non si è fatto spogliare ed anzi è andato ad affrontare a muso duro i cosiddetti tifosi.
Ho nominato i presidenti, ma ancora peggio si sono comportati  giornalisti.

Domenica è stata anche la giornata del Gran Premio del Bahrein. In questo ricchissimo staterello da anni sono in corso durissime proteste contro il monarca e il suo governo composto da parenti e amici, un re e un governo troppo di stanti dal popolo e dai suoi bisogni.
Le proteste vengono da più parti della società civile dai movimenti studenteschi alle forze politiche di opposizione in cui sciiti e sunniti militano insieme, dai rappresentanti delle classi medie, dai professionisti, fino alle organizzazioni sindacali. Quello che chiedono sono vere riforme politiche e sociali, riforme democratiche, le stesse per cui hanno lottato i giovani tunisini, egiziani e libici. Tutti lo sapevano. Eppure ci sono andati. Il Bahrein è una specie di Las Vegas del medio Oriente. Da  tutto il mondo ci si va per i casino,  per fare shopping, per vivere qualche notte da nababbi. I benefici però ricadono solo sulla famiglia del re. La disputa del gran premio di F1 è uno spot formidabile per la famiglia reale e i suoi affari ed anche na significativa testimonianza a favore del regime. Per questo il popolo in lotta vi si oppone. Gli straricchi padroni del circo a quei soldi non vogliono rinunciare e disputano il gran premio trasformandosi per un giorno in ambasciatori dei tiranni nel mondo.
Ecco. Il vero motivo di disonore per lo sport per me è questo. Ed è un disonore anche per la stampa questo silenzio servile su una situazione che non puoi non vedere neanche se tieni gli occhi chiusi.



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