Questa
settimana vorrei commentare un vivace scambio di opinioni che ha visto
protagonisti due personaggi veri di Lentini.
Giustappunto
entrambi sono miei cari amici e li ho definiti
“personaggi veri” perché svolgono ruoli diversi ma importanti nella
città e li svolgono con grande passione e, sincerità e disinteresse.
Sto
parlando di Enzo Caruso, il Presidente dell’Associazione P.A.C.E., l’eroico
apostolo dell’animalismo di Lentini, l’uomo che sacrifica buona parte della sua
vita, del suo tempo, della sua bile per curare, proteggere, salvare, gli
animali abbandonati ma anche per limitare gli effetti negativi del randagismo.
L’altro è
Saverio Bosco, giovanissimo consigliere comunale, eletto nella lista di
Sinistra Ecologia e Libertà, dalle idee chiare, attento, dalla forte
personalità. Uno che, come tutti può anche sbagliare una valutazione ma che non
si nasconde mai, che affronta sempre le discussioni e le eventuali critiche che
ne conseguono a viso aperto.
La
questione forse è nota a tutti: Saverio Bosco in una riunione di commissione
consiliare ha dato parere contrario alla concessione di un contributo comunale
all’associazione P.A,C.E. e ad un’altra associazione di Sortino per il ricovero
e l’assistenza dei cani randagi di Lentini. Io non voglio entrare nel merito
perché sono un convinto animalista e sostenitore delle iniziative di Enzo
Caruso ma so anche che Bosco non si è macchiato di alcun crimine: egli ha
espresso parere negativo non vincolante, assieme ad altri, non contro gli
animali e gli animalisti, ma contro una deliberazione molto complessa, in cui
convergono anche altri problemi: uno riguarda la prassi talvolta inevitabile,
ma comunque deprecabile, dei debiti fuori bilancio, l’altro riguarda la
presenza di un’associazione di Sortino accanto a quella lentinese.
Insomma se
i motivi che hanno spinto Caruso alla polemica sono dettati d preoccupazioni nobilissimi,
quelli che hanno indotto Bosco a votare in un certo modo non sono né banali né personali.
Totale:
due autentiche risorse di questa città, il campione del volontariato e il
giovane e brillante consigliere comunale hanno polemizzato per un tema vero,
importante e serio.
E hanno
spinto la gente a parlare e a riflettere di due temi autentici e seri.
Viva
Caruso, viva Bosco e viva i confronti seri, anche se vivaci.
La scorsa
domenica sarà ricordata come quella del disonore, della resa, della prepotenza,
ecc. ecc. dello Stadio di Genova.
Ipocrisia
a palate. Il presidente del CONI, il presidente della Lega Calcio, il
presidente del Genoa, e chissà quanti altri presidenti, nelle decine di
interviste del dopo partita sono sembrati gli uomini giusti l posto giusto,
tutti col petto in fuori, tutti a evocare un eroismo che a loro non fa difetto.
Nella sostanza poi cos’hanno fatto? Non hanno squalificato neanche per un
giorno quei codardi calciatori che si sono lasciati denudare in campo e hanno
consegnato la bandiera (perché la maglia è anche bandiera) al primo segno che
poteva interpretarsi come una minaccia. Non hanno speso una sola parola di elogio
per l’unico calciatore (Sculli) che non si è fatto spogliare ed anzi è andato
ad affrontare a muso duro i cosiddetti tifosi.
Ho
nominato i presidenti, ma ancora peggio si sono comportati giornalisti.
Domenica è
stata anche la giornata del Gran Premio del Bahrein. In questo ricchissimo
staterello da anni sono in corso durissime proteste contro il monarca e il suo
governo composto da parenti e amici, un re e un governo troppo di stanti dal
popolo e dai suoi bisogni.
Le proteste vengono da più parti della società civile dai
movimenti studenteschi alle forze politiche di opposizione in cui sciiti e
sunniti militano insieme, dai rappresentanti delle classi medie, dai
professionisti, fino alle organizzazioni sindacali. Quello che chiedono sono
vere riforme politiche e sociali, riforme democratiche, le stesse per cui hanno
lottato i giovani tunisini, egiziani e libici. Tutti lo sapevano. Eppure ci
sono andati. Il Bahrein è una specie di Las Vegas del medio Oriente. Da tutto il mondo ci si va per i casino, per fare shopping, per vivere qualche notte
da nababbi. I benefici però ricadono solo sulla famiglia del re. La disputa del
gran premio di F1 è uno spot formidabile per la famiglia reale e i suoi affari
ed anche na significativa testimonianza a favore del regime. Per questo il
popolo in lotta vi si oppone. Gli straricchi padroni del circo a quei soldi non
vogliono rinunciare e disputano il gran premio trasformandosi per un giorno in
ambasciatori dei tiranni nel mondo.
Ecco. Il vero motivo di disonore per lo sport per me è
questo. Ed è un disonore anche per la stampa questo silenzio servile su una
situazione che non puoi non vedere neanche se tieni gli occhi chiusi.
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