Filippo Motta fa certamente bene a dare l’allarme sui rischi che corre una società senza o con scarsa coscienza politica.
Ed è vero anche che in questo periodo un’onda lunga e alta di antipolitica rischia di travolgere gli italiani. Giustissimo è anche l’appello alla responsabilità dei cittadini consapevoli, presenti, non subalterni.
Ma diciamoci la verità, qua e ora a me non sembra che il gusto della politica si stia perdendo per colpa di chissà quale misterioso virus. A me sembra che proprio i politici, i titolari dell’azienda, i sacerdoti del tempio. si stiano dando un gran da fare per cacciarci via, per allontanare i cittadini, per togliere ogni interesse alla Politica. Sembra si stia avverando il sogno di Berlusconi, quello di trasformare i cittadini in tifosi: vocianti, partigiani, pronti a mobilitarsi ma sempre consci che il loro spazio è di qua della rete: i gol. Le parate, i dribbling e gli eventuali accordi sottobanco sono di loro competenza. Il pubblico può solo pagare, applaudire o fischiare.
Certo PDL, PD, Lega, IDV e UDC sono diversi tra loro, ma spesso ci ricordano (fanno di tutto per ricordarci) che comunque tra loro c’è un comune denominatore: loro sono quelli che entrano in campo. noi elettori, che pure siamo una cinquantina di milioni siamo “gli altri”, i semplici spettatori-tifosi.
Non voglio parlare ancora dei casi Lusi-Margherita e Belsito-Bossi-Lega, intrecci di malaffare, cinismo e autocertificazioni di inadeguatezza a dirigere perfino un condominio (parlandone ancora corriamo il rischio di essere risucchiati da mille discorsi assai oziosi: tesorieri infedeli o ladri, segretari di partito complici o stupidi, soldi spesi al di fuori delle regole ma non rubati, investimenti inopportuni ma non illegali ecc. ecc.)
Ma da questi casi voglio partire.
Dopo l’ultimo, clamoroso caso-Lega tutti si sono finti scandalizzati ed hanno gridato ai quattro venti “alla riforma, alla riforma”.
E subito l’hanno fatta.
Ma sbagliata. Sbagliata nella forma, tanto che non è passata alla Camera proprio per questioni formali, e insulsa nella sostanza.
Noi cittadini e buona parte della stampa chiedevamo una cosa, loro ne hanno pensata un’altra. Una che non affronta il problema, non dà alcun ascolto ai cittadini, che serve solo a prenderci un po’ di più in giro.
Se mai questa riforma passerà, la Corte dei Conti ed altri organismi di controllo dovranno verificare come i partiti spenderanno i soldi. Ma quali soldi? Quelli che prenderanno dallo Stato sotto forma di rimborso spese. Cosa vorrà dire? Che prendere tutti quei soldi da parte dello Stato è cosa giusta, mentre sbagliato sarà lasciarseli fregare da cassieri infedeli. Ma a noi di tutto ciò cosa ce ne importa? Il furto avviene quando i partiti politici dirottano somme ingenti di denaro dalle casse dello Stato alle loro casse.
Dopo, che li usino per stampare manifesti o pagare spot televisivi, che ci giochino in borsa o comprino la macchina sportiva ai loro rampolli, è una questione estetica.
Intanto fra qualche mese, in piena crisi, in piena stillicidio di suicidi, negli stessi giorni in cui gli “spettatori” si dovranno recare a pagare l’IMU, alle casse delle squadre del cuore andranno la bellezze di 180 milioni di euro (traduco in lire: 360 miliardi).
Ma lo hanno deciso tutti insieme, appassionatamente (e tutti sanno che noi “spettatori” non siamo per niente d’accordo)
La Lega ha deciso di dare la sua quota in beneficenza. Come dire che l’ha utilizzata prima ancora di ritirarla per un formidabile spot elettorale e di immagine.
Ancora una volta la “Federazione” dei partiti ce l’ha fatta: niente tagli ai vitalizi, niente tagli ai benefit, niente tagli agli stipendi e niente tagli al rimborso spese abusivo (ricordo che quasi vent’anni fa un referendum il finanziamento pubblico ai partiti) ed eccessivo (a quanto pare nessun partito è riuscito a spendere mai in attività politiche quanto ha ricevuto dallo stato).
Ma un gesto, anche minimo, che faccia pensare al desiderio di rimanere sintonizzati al cosiddetto popolo, quando? Mai?
lunedì 16 aprile 2012
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