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Qualche mese
fa l’Italia sembrò scoprire all’improvviso una vocazione per la verità mai
dimostrata prima: quella della delazione.
Il Governo,
e in particolare il suo presidente e ministro dell’economia, era riuscito a
comunicare con efficacia all’opinione pubblica che buona parte dei guai
dell’Italia erano frutto del vizietto nazionale di non pagare tasse, IVA,
balzelli e tributi. Quel poco che entrava nelle casse dello Stato proveniva da
ciò che non si può nascondere, occultare, manipolare: salari, stipendi,
pensioni. All’improvviso l’Italia sembrò
prendere coscienza che il dentista e l’avvocato, il salumiere e il
parrucchiere, l’imbianchino e l’insegnante del doposcuola del figlio, dietro
quei sorrisi cordiali nascondevano tutta la perfidia dei traditori della
patria. Tutti applaudimmo con convinzione i blitz della guardia di finanza a
Cortina, in Val d’Aosta, Roma… Molti di
noi, appunto, scoprirono il gusto della messa all’indice di categorie e, più
spesso, di singoli individui.
All’improvviso,
circa un mese fa, il ribaltamento: la scoperta che il vero nemico,
l’attentatore del nostro benessere non è l’evasore grande o piccolo, ma lo
stesso Stato: Monti e il suo braccio armato, Equitalia.
La svolta
avvenne quando un imprenditore, dopo aver ricevuto una cartella di pagamento
per tasse non pagate a suo tempo, si suicidò dopo avere scritto un biglietto:
“Mi uccido perché la dignità vale più della vita”.
Non si può
inveire contro un morto, ma quell’uomo evidentemente conosceva poco il valore
della vita, degli affetti, dell’impegno sociale, dell’amore per gli altri,
della gratitudine per chi gli aveva regalato la vita, se considerava la sua dignità più importante di tutto ciò
e se per lui, comunque, la dignità si misurava con il conto in banca. Eppure,
una frase così insensata e un suicidio così assurdo sono riusciti a fare
deragliare e ribaltare le convinzioni del giorno prima. Chi evade lo fa per
difendersi, lo Stato ed Equitalia uccidono.
Si è giunti
perfino a considerare quasi un eroe un forsennato entrato in un ufficio di
Equitalia con un fucile ed una pistola e che ha tenuto sotto sequestro per otto
ore un impiegato, per ragioni riconducibili a puro esibizionismo. La Lega Nord,
quel partito di trogloditi selvaggi che è stato al governo per otto anni
consecutivi e che ha espresso anche il Ministro degli Interni, lo ha adottato.
Gli pagherà le spese legali perché si difenda da chi egli aveva aggredito e
minacciato a mano armata. Probabile che alle prossime elezioni lo vedremo
candidato come deputato.
E
dell’impiegato tenuto sotto la minaccia delle armi per otto ore? E della sua
paura? E dell’angoscia della moglie, dei figli, dei genitori, dei fratelli?
Fino a un mese fa forse ci avrebbe commosso, ma ora che abbiamo scoperto che
Equitalia è il male assoluto, no. Nessuna solidarietà, nessun rispetto, nessuna
pietà neanche per un semplice impiegato o per un fattorino. Tutti cattivi. Ora
i buoni sono i Martinelli e coloro che sfuggono al cappio dello Stato assassino
nascondendo i guadagni e portando i soldi all’estero. I buoni sono quelli che
costringono i pensionati, i salariati, gli stipendiati a pagare di più. Ecco
cos’è il ribaltamento delle idee.
L’Italia ha
certamente bisogno di un Governo che sia equo, di un Parlamento efficiente, di
una classe politica rinnovata, ma se non diventiamo tutti un po’ più seri
andremo sempre peggio.
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