martedì 15 maggio 2012

La magnifica Nichelino

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Lentini e Nichelino (prov. di Torino) sono due città gemellate anche se 
solo virtualmente (l’atto non è ufficial0e perché in Italia non c’è una 
legge che consenta il gemellaggio tra due città italiane).
Era il 1996. 
Sindaco di Lentini era Turi Raiti. Vice sindaco di Nichelino un 
lentinese emigrato in giovanissima età: Alessandro Di Benedetto. Egli 
ha ancora a Lentini fratelli e sorelle e tanti nipoti, uno dei quali è 
il consigliere comunale architetto Salvo Barretta. 
Fu per iniziativa 
di Alessandro che si giunse al gemellaggio.
Per la cerimonia, che ebbe 
luogo a Lentini, Alessandro venne in compagnia di un giovane 
consigliere comunale, Giuseppe Catizone. Anche lui era immigrato a 
Nichelino. Proveniva, con l’intera famiglia, dalla Calabria. 
Giuseppe 
dal 2004 è sindaco di Nichelino ed attualmente della sua Giunta fa 
parte una certa Aurora Di Benedetto, figlia molto giovane del nostro 
concittadino Alessandro.
Io trovo straordinariamente bello che una 
città italiana (Nichelino conta quasi cinquantamila abitanti) abbia un 
sindaco e un assessore figli di immigrati. Mi basterebbe questo per 
chiedere al Sindaco Mangiameli di riprendere i contatti con la città di 
Nichelino e per sentirmi fiero di essere “cugino” dei Nichelinesi.
Ma c’
è dell’altro. Nei giorni scorsi mentre noi lentinesi, con in testa il 
nostro sindaco Alfio Mangiameli, preparavamo la importantissima 
manifestazione del 7, quella della scopertura della targa in ricordo di 
Placido Rizzotto e delle altre vittime della mafia del latifondo; 
mentre ci preparavamo ad iniziare l’apertura di un libro di storia 
siciliana deliberatamente tenutoci nascosto per decenni, quello della 
“guerra” impari e sanguinosa della mafia e dei latifondisti contro il 
movimento contadino i cui militanti inermi null’altro chiedevano se non 
mettere in produzione terre incolte e malcoltivate con il loro lavoro e 
i loro sacrifici; mentre noi lavoravamo per questa nobile causa, i 
nostri “gemelli” di Nichelino e il sindaco Catizone nostro amico e 
fratello del sud, si rendevano protagonisti di un gesto di commovente 
bellezza ed esplosiva valenza politica: concedevano la cittadinanza 
onoraria a 450 ragazzini e bambini nati a Nichelino negli ultimi dieci 
anni da genitori stranieri. Come tutti sanno, sono ormai mesi che il 
Presidente Napolitano manda sollecitazioni e raccomandazioni al 
Parlamento affinché esso affronti un problema di sua esclusiva 
competenza: quello della cittadinanza ai circa ottocentomila figli di 
stranieri nati in Italia che oggi sono senza patria (anch’o. nel mio 
piccolo, ho affrontato più volte questo problema). C’è da varare una 
norma di civiltà, di prospettiva ed anche di pragmatismo. Non è 
concepibile che ottocentomila ragazzi che vivono in Italia, parlano l’
italiano, hanno amici ed affetti italiani, sognano un futuro di 
lavoratori, professionisti, imprenditori in Italia vengano respinti dal 
Paese dove sono nati e dove i loro genitori lavorano e pagano le tasse. 
Il pachidermico, pigro e forse inutile parlamento italiano ha fatto 
sempre orecchie di mercante. Il magnifico Giuseppe Catizone, sindaco 
della civilissima città di Nichelino, anche se non espressamente 
invitato da nessun a farlo, ha dato via ad un processo inevitabile e 
non più procrastinabile, all’apertura di un’autostrada verso il futuro.

Fossi in Napolitano conferirei immediatamente la Medaglia d’Oro al 
Valor Civile alla città di Nichelino e al suo sindaco.

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