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Lentini e Nichelino (prov. di Torino) sono due città gemellate anche se
solo virtualmente (l’atto non è ufficial0e perché in Italia non c’è una
legge che consenta il gemellaggio tra due città italiane).
Era il 1996.
Sindaco di Lentini era Turi Raiti. Vice sindaco di Nichelino un
lentinese emigrato in giovanissima età: Alessandro Di Benedetto. Egli
ha ancora a Lentini fratelli e sorelle e tanti nipoti, uno dei quali è
il consigliere comunale architetto Salvo Barretta.
Fu per iniziativa
di Alessandro che si giunse al gemellaggio.
Per la cerimonia, che ebbe
luogo a Lentini, Alessandro venne in compagnia di un giovane
consigliere comunale, Giuseppe Catizone. Anche lui era immigrato a
Nichelino. Proveniva, con l’intera famiglia, dalla Calabria.
Giuseppe
dal 2004 è sindaco di Nichelino ed attualmente della sua Giunta fa
parte una certa Aurora Di Benedetto, figlia molto giovane del nostro
concittadino Alessandro.
Io trovo straordinariamente bello che una
città italiana (Nichelino conta quasi cinquantamila abitanti) abbia un
sindaco e un assessore figli di immigrati. Mi basterebbe questo per
chiedere al Sindaco Mangiameli di riprendere i contatti con la città di
Nichelino e per sentirmi fiero di essere “cugino” dei Nichelinesi.
Ma c’
è dell’altro. Nei giorni scorsi mentre noi lentinesi, con in testa il
nostro sindaco Alfio Mangiameli, preparavamo la importantissima
manifestazione del 7, quella della scopertura della targa in ricordo di
Placido Rizzotto e delle altre vittime della mafia del latifondo;
mentre ci preparavamo ad iniziare l’apertura di un libro di storia
siciliana deliberatamente tenutoci nascosto per decenni, quello della
“guerra” impari e sanguinosa della mafia e dei latifondisti contro il
movimento contadino i cui militanti inermi null’altro chiedevano se non
mettere in produzione terre incolte e malcoltivate con il loro lavoro e
i loro sacrifici; mentre noi lavoravamo per questa nobile causa, i
nostri “gemelli” di Nichelino e il sindaco Catizone nostro amico e
fratello del sud, si rendevano protagonisti di un gesto di commovente
bellezza ed esplosiva valenza politica: concedevano la cittadinanza
onoraria a 450 ragazzini e bambini nati a Nichelino negli ultimi dieci
anni da genitori stranieri. Come tutti sanno, sono ormai mesi che il
Presidente Napolitano manda sollecitazioni e raccomandazioni al
Parlamento affinché esso affronti un problema di sua esclusiva
competenza: quello della cittadinanza ai circa ottocentomila figli di
stranieri nati in Italia che oggi sono senza patria (anch’o. nel mio
piccolo, ho affrontato più volte questo problema). C’è da varare una
norma di civiltà, di prospettiva ed anche di pragmatismo. Non è
concepibile che ottocentomila ragazzi che vivono in Italia, parlano l’
italiano, hanno amici ed affetti italiani, sognano un futuro di
lavoratori, professionisti, imprenditori in Italia vengano respinti dal
Paese dove sono nati e dove i loro genitori lavorano e pagano le tasse.
Il pachidermico, pigro e forse inutile parlamento italiano ha fatto
sempre orecchie di mercante. Il magnifico Giuseppe Catizone, sindaco
della civilissima città di Nichelino, anche se non espressamente
invitato da nessun a farlo, ha dato via ad un processo inevitabile e
non più procrastinabile, all’apertura di un’autostrada verso il futuro.
Fossi in Napolitano conferirei immediatamente la Medaglia d’Oro al
Valor Civile alla città di Nichelino e al suo sindaco.
Lentini e Nichelino (prov. di Torino) sono due città gemellate anche se
solo virtualmente (l’atto non è ufficial0e perché in Italia non c’è una
legge che consenta il gemellaggio tra due città italiane).
Era il 1996.
Sindaco di Lentini era Turi Raiti. Vice sindaco di Nichelino un
lentinese emigrato in giovanissima età: Alessandro Di Benedetto. Egli
ha ancora a Lentini fratelli e sorelle e tanti nipoti, uno dei quali è
il consigliere comunale architetto Salvo Barretta.
Fu per iniziativa
di Alessandro che si giunse al gemellaggio.
Per la cerimonia, che ebbe
luogo a Lentini, Alessandro venne in compagnia di un giovane
consigliere comunale, Giuseppe Catizone. Anche lui era immigrato a
Nichelino. Proveniva, con l’intera famiglia, dalla Calabria.
Giuseppe
dal 2004 è sindaco di Nichelino ed attualmente della sua Giunta fa
parte una certa Aurora Di Benedetto, figlia molto giovane del nostro
concittadino Alessandro.
Io trovo straordinariamente bello che una
città italiana (Nichelino conta quasi cinquantamila abitanti) abbia un
sindaco e un assessore figli di immigrati. Mi basterebbe questo per
chiedere al Sindaco Mangiameli di riprendere i contatti con la città di
Nichelino e per sentirmi fiero di essere “cugino” dei Nichelinesi.
Ma c’
è dell’altro. Nei giorni scorsi mentre noi lentinesi, con in testa il
nostro sindaco Alfio Mangiameli, preparavamo la importantissima
manifestazione del 7, quella della scopertura della targa in ricordo di
Placido Rizzotto e delle altre vittime della mafia del latifondo;
mentre ci preparavamo ad iniziare l’apertura di un libro di storia
siciliana deliberatamente tenutoci nascosto per decenni, quello della
“guerra” impari e sanguinosa della mafia e dei latifondisti contro il
movimento contadino i cui militanti inermi null’altro chiedevano se non
mettere in produzione terre incolte e malcoltivate con il loro lavoro e
i loro sacrifici; mentre noi lavoravamo per questa nobile causa, i
nostri “gemelli” di Nichelino e il sindaco Catizone nostro amico e
fratello del sud, si rendevano protagonisti di un gesto di commovente
bellezza ed esplosiva valenza politica: concedevano la cittadinanza
onoraria a 450 ragazzini e bambini nati a Nichelino negli ultimi dieci
anni da genitori stranieri. Come tutti sanno, sono ormai mesi che il
Presidente Napolitano manda sollecitazioni e raccomandazioni al
Parlamento affinché esso affronti un problema di sua esclusiva
competenza: quello della cittadinanza ai circa ottocentomila figli di
stranieri nati in Italia che oggi sono senza patria (anch’o. nel mio
piccolo, ho affrontato più volte questo problema). C’è da varare una
norma di civiltà, di prospettiva ed anche di pragmatismo. Non è
concepibile che ottocentomila ragazzi che vivono in Italia, parlano l’
italiano, hanno amici ed affetti italiani, sognano un futuro di
lavoratori, professionisti, imprenditori in Italia vengano respinti dal
Paese dove sono nati e dove i loro genitori lavorano e pagano le tasse.
Il pachidermico, pigro e forse inutile parlamento italiano ha fatto
sempre orecchie di mercante. Il magnifico Giuseppe Catizone, sindaco
della civilissima città di Nichelino, anche se non espressamente
invitato da nessun a farlo, ha dato via ad un processo inevitabile e
non più procrastinabile, all’apertura di un’autostrada verso il futuro.
Fossi in Napolitano conferirei immediatamente la Medaglia d’Oro al
Valor Civile alla città di Nichelino e al suo sindaco.
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