Domenica 20 maggio in piazza Taormina è stata installata la statua di Gaetano.
Lui, come spesso accadeva quando era in vita, era sdraiato e sembrava
guardare i numerosissimi amici venuti anche da fuori e spesso in compagnia di
cagnolini, con dignitoso distacco ma senza darsi arie. A guardalo bene sembra
che questa statua l’abbia accettata con naturalezza: senza stupirsi, senza
meravigliarsene più di tanto.
Quando ha parlato il Sindaco sembrava più attento: i riconoscimenti
ufficiali piacciono a tutti.
Ma quando ha preso la parola il suo papà Enzo ha dato l’impressione che si
volesse alzare, forse per farsi accarezzare o per dargli una testata, per
mostrare a tutti quanto lo vuole bene.
E vuole sicuramente molto bene a Luana Pellegrini, che ne ha riprodotto le
sembianze con fedeltà impressionante, e a Emanuele Craxi, che su di lui ha
scritto un libro.
Una statua, dunque, un libro e un’inaugurazione con la presenza della
massima autorità cittadina..
Quando dico che Gaetano e il suo papà Enzo ci hanno migliorato voglio dire
proprio questo: sono pochissime le comunità sull’intero pianeta che hanno
imparato a capire di più gli animali, a sentirsi un po’ di più in dovere di
aiutarli, a sorridere e a commuoversi di loro e insieme a loro. E quando la
sensibilità aumenta essa si manifesta su tutti i fronti.
Gaetano ha contribuito a tutto questo con la sua enorme simpatia ma a
spiegarcelo ogni giorno, più con l’esempio che con le parole è stato e continua
a essere Enzo Caruso.
Enzo è un uomo che ha fatto tante cose con estremo impegno, attività
appassionanti, entusiasmanti ma ogni giorno di più ha concentrato la sua
attenzione sugli animali.
Era radiologo ed è andato in pensione prima del dovuto perché da quando si
occupa degli animali abbandonati e randagi il tempo non gli basta più e a
qualcosa doveva rinunciare. È autore e registra teatrale di notevole spessore
(una delle sue opere, Cortile Speranza, è stata portata in scena per l’ennesima
volta proprio sabato sera a Lentini, nell’ambito della settimana delle
iniziative antimafia, il che la dice lunga anche sul suo impegno civile come
uomo e come autore). Continua ad occuparsi dell’archivio storico della Chiesa
Evangelica Cristiana Battista di cui fa parte.
Tutte attività gratificanti, che gli
portano apprezzamenti, amicizie, prestigio.
Ma lui, pur amandole molto e rimanendo fortemente legate ad esse, pensa che
c’è qualcosa che nessuno fa e che va fatto. Qualcosa che non gli porterà mai
una lira (anzi…), un grazie, un voto. E vi si dedica anima e corpo, con tutto
l’impegno e i mezzi di cui dispone.
Ha creato un rifugio per bestiole abbandonate, smarrite, ferite, indifese.
Ed ogni giorno vi dedica ore e ore di lavoro, Ha il telefono sempre caldo, di
giorno, ma anche di notte: per qualsiasi problema per qualsiasi segnalazione a
Lentini tutti chiamano lui.
Ha messo in piedi un’associazione di volontari che da lui stanno imparando
come sacrificarsi per gli esseri viventi più umili e indifesi.
Enzo ha avviato un processo di cambiamento in questa città senza
precedenti: sta insegnando, giorno dopo giorno, senza parole ma con il
sacrificio personale come si serve la Natura, come si rispetta il Creato, che
non è fatto solo di terra, mare, montagne, ma anche di esseri viventi indifesi
che soffrono, amano, cercano aiuto ed amore.
Grazie a lui non stiamo diventando solo più “amici degli animali” ma anche
amici della vita e di noi stessi.
La statua a Gaetano, che lui ha fortemente voluto come un monumento
all’amore e al rispetto per gli esseri
più deboli, è l’unica ricompensa per il suo impegno. Ma forse mi sbaglio: anche
essere guardato con gli occhi sorridenti dalle decine di ragazze e ragazzi
dell’Associazione P ACE, anche sapere che centinaia di persone hanno cambiato
il loro rapporto con la natura, anche vedere i suoi “piccolini” scodinzolare e
guaire felici appena lo scorgono è ricompensa per lui.
Non sono in grado di assegnare nessun titolo, ma per Enzo voglio provarci:
lo nominerei LENTINESE ECCELLENTE per l’impareggiabile lavoro svolto nell’ambito
dell’AMORE e della GENEROSITA’
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