lunedì 12 dicembre 2011

La lettera che vorremmo leggere (e forse non sarà mai scritta)

On.le sig. Presidente Fini,
Le scrivo per comunicarLe le mie irrevocabili dimissioni da Deputato.
La situazione in cui mi trovo è insostenibile. Ho un buon rapporto con i miei concittadini e quando i lavori della Camera me lo permettono trascorro molto tempo tra loro. Molti di essi sono persone umili e semplici, operai, pensionati e casalinghe. Da qualche settimana sono molto più preoccupati di prima per il loro futuro e per quello dei loro figli.
Questo ultimo fine settimana non sono andato al mio paese per timore di incontrarli. Se qualcuno mi avesse chiesto perché loro dovranno pagare in tanti modi il prezzo della crisi mentre noi deputati non stiamo rinunciando a niente non avrei saputo come rispondere.
Ma io al mio paese voglio tornarci e voglio continuare a incontrare i miei concittadini per strada, al bar, in qualche convegno. E non voglio arrossire. Loro hanno votato il mo partito perché in lista c’ero anch’io, ed hanno votato convinti che mi sarei battuto per loro.
In questa situazione mi sento un traditore e i soldi che prendo mi sembrano rubati.
Naturalmente ho informato il mio capogruppo e il egretario del mo partito.
Le auguro buon lavoro nell’interesse del Paese e dei cittadini più bisognosi.

con rispetto
On.le XXX XXX

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