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È ormai chiaro a tutti che il futuro della politica è a rischio. Ma quando la politica finisce o solo si indebolisce eccessivamente non resta un posto vuoto. C’è la dittatura. Altro non è stato ancora inventato. E allora siamo costretti a difendere la politica e combattere i nemici della politica.
Ma chi sono i nemici della politica? Sul piano teorico dovrebbero essere i sostenitori della dittatura o i qualunquisti, come si diceva una volta. Invece, se andiamo a guardare con un minimo di attenzione (giusto un minimo: è sufficiente), ci accorgiamo che chi sta uccidendo la politica sono proprio i suoi interpreti, cioè i politici.
I politici sono cosa diversa della politica. Ne sono gli interpreti, i sacerdoti, ma non sono la politica. Per questo la politica non si sa suicidando ma è vittima di un vero e proprio assassinio. E gli assassini sono i politici.
L’antipolitica non sono quelli come me, che lo dicono, e neanche quei cittadini che ormai vengono colti dall’orticaria quando ne sentono parlare. Neppure Beppe Grillo lo è, pur essendo additato come campione dell’antipolitica. L’antipolitica, cioè gli assassini della politica sono i cosiddeti politici, quelli che vivono di politica, grazie alla politic e, in qualche caso, per la politica.
Non voglio citare i mille casi che ci sono passati sotto gli occhi, da Cosentino, a Milanese, a Romano, a Berlusconi, tutti politici, tutti che vivono nella politica e di politica, tutti gravemente sospettati di qualcosa, tutti consapevoli che la loro presenza in politica costituisce un vulnus per la politica stessa ma nessuno disponibile a mettersi da parte, a tornare a fare il mestiere che faceva prima per salvare la politica, perché tutti convinti che la politica può essere utilizzata come scudo, come paracadute, come salvagente personale.
Ora pensiamo al caso recentissimo dell’ex Margherita, di Lusi, suo cassiere, di Rutelli, suo ex presidente
Lusi era il cassiere di un’associazione di uomini e donne che vive di politica e per la politica. È anche deputato, quindi parte della politica. Costui ha rubato all’associazione che si era fidata di lui tutto quello che poteva rubare. È chiaro che se avesse avuto la possibilità di mettere le mani in un’altra cassa, quella dello Stato, cioè di noi tutti, avrebbe rubato con maggiore convinzione ed efficacia.. Ebbene, questo Lusi non era cassiere della Margherita e deputato per caso. In entrambi i posti era stato messo da altri politici. Persone, nel migliore dei casi, non in gado di distinguere un malfattore da un galantuomo. Quei politici teoricamente potrebbero andare a governare l’Italia. Qualcuno lo ha già fatto. E non sono in grado di distinguere un malfattore da un galantuomo. Ma c’è ancora qualcos’altro da dire: Lusi rubava da cinque anni e si è portato a casa 13 milioni di euro. Di quei grandi politici, che lo hanno nominato e che domani potrebbero governare noi, nessuno si è accorto di niente. Più scemi di così si muore.
Infine, l’ultima osservazione: Ma se Lusi ha rubato tutti quei soldi senza che nessuno se ne accorgesse, dentro la cassaforte della Margherita (ricordiamolo: un partito che non esiste più!) quante decine di milioni c’erano? E da dove provengono qui soldi se nopn dalle nostre tasche?. Ma davvero siamo ancora così gonzi da farci spennare a vista e di nascosto da quesiti ladroni?
Ma davvero abbiamo ancora paura che li assassini della Politica possano chiamarci antipolitici? Ma basta, finiamola. Non votiamoli più. Tutto quel che verrà sarà preferibile a questa indecenza, a questa enorme massa di ladri e di stupidi.
mercoledì 8 febbraio 2012
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