giovedì 23 febbraio 2012

Sanremo, Celentano, il mercato dei telespettatori

Il punto di vista di G. Tocco

http://www.lanotizia.tv/index_tg_detail.asp?id=1606

Parlare oggi di Celentano a Sanremo è come sparare sulla croce rossa.
È riuscito a tirarsi addosso l’ira di tutti: Chiesa, giornalisti, telespettatori e (a parole) perfino della RAI.
Inoltre ne hanno parlato tanti ben più qualificati di me che parlarne ancora,oltre che un accanimento potrebbe sembrare la ripetizione di un altro inutile e noioso predicozzo.
Io invece voglio parlare di questa RAI e di questo Festival di Sanremo. Mi sembrano i fratelli ipocriti, ma sempre fratelli, di quel “tipo strano” della Città vecchia di De Andrè, quello che vendeva “per tremila lire sua madre a un nano”
Perché è questo che fa il Festival in combutta con sua sorella e tutrice Rai. Vendono tutto, spazi, logo, storia, aspettative della gente che li segue per denaro. Molto di più di tremila lire ma sempre denaro. Il denaro che portano le grandi agenzie in cambio di occhi e orecchie aperti ai messaggi pubblicitari.
Cercavano il “personaggio” in grado di attrarre un paio si milioni di spettatori in più e lo hanno individuato in Celentano. Badate, non in quanto cantante, ma in quanto personaggio. Se avessero potuto raggiungere il Papa o Putin (una volta non hanno portato Gorbaciov?) o Muhammed Alì o Fidel Castro, li avrebbero ingaggiati a qualsiasi cifra. Uno qualsiasi, purché in grado di fare scalpore. E in quanto a scalpore Celentano non teme rivali. Come maitre-à-penser è confuso e dozzinale, come cantante è formidabile, ma come incantatore di serpenti è un asso. è il numero uno. Ha compreso cosa desideravano veramente i fratelli RAI e Festival e li ha accontentati.
Loro desideravano precisamente questo: una bella polemica che facesse parlare giornali e telegiornali e attirasse altro pubblico in modo che le entrate della pubblicità fossero più alte.
Il mio timore sapete qual è?
Che il prossimo anno o l’altro ancora anziché fare tutta questa fatica (trovare un altro Celentano, pagarlo profumatamente per aumentare l’audience, vendere poi il pubblico alle agenzie e contare i soldi) acuiscono l’ingegno e decidono di vendere direttamente una parte della serata a chi ha soldi per comprarla.
Se con tutta la fatica, per esempio, hanno incassato un milione di euro, e domani Berlusconi ne offrirà tre per fare lui un monologo davanti ad una platea di milioni di telespettatori, pensate che questi rifiuteranno? E perché dovrebbero? Ormai qua si misura tutto con la moneta. Ho sentito amici miei commentare soddisfatti che Sanremo è andato bene perché ha avuto tot spettatori e ha incassato tot milioni. Anche noi seduti in salotto guardiamo ai soldi più che alla qualità delle canzoni, Dimenticando che la RAI è un’azienda i cui “clienti” pagano in anticipo il biglietto d’ingresso, il cosiddetto canone.

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