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Ieri è arrivata dall’Afghanistan la cinquantesima bara. La cinquantesima in otto anni. Conteneva i resti di un altro giovane italiano, Michele Silvestri, sergente nativo dell’isola di Procida.
Saremo di nuovo inondati di retorica: ci parleranno di Patria, di pace, di democrazia da difendere, di un altro uomo innamorato del mestiere. Ci ripeteranno che questa non è guerra ma missione di pace…
E poi arriveranno altre bare. E ci saranno ancora tanti feriti. E per alcuni, come l’ultima, Monica Contrafatto, non ci sono ospedali all’altezza delle cure né in Afghanistan (dove si può morire anche per mancanza di cure tempestive) né a Gela, la sua città, né a Palermo, né in qualunque altra grande città italiana. Monica Contrafatto per essere curata è stata mandata in Germania. L’Italia ha armi (aerei, elicotteri, carri armati, autoblindo, navi, cannoni, mitragliatrici, fucili, pistole, baionette, pugnali) per dare morte, ma non ospedali in grado di salvare la vita ai suoi stessi soldati. Un ambulatorio bene attrezzato costerebbe meno di un solo carro armato, ma carri armati ce ne sono tanti, ambulatori niente.
Arriveranno altre bare e altri feriti (curati altrove) una volta per un attentato, un’altra volta per una attacco, una volta perché o “Lince” non sono sicuri neanche come semplici mezzi di trasporto, un’altra per colpa del fuoco amico, poi per un attacco kamikaze e per un suicidio… Arriveranno altre bare e altri feriti per tutte le maledette ragioni legate alla guerra.
E ci saranno anche altri morti (come i due soldati inglesi uccisi due giorni fa) e vittime innocenti ed estranee alla guerra come i bambini, le donne e gli anziani sterminati dal militare USA, E ci saranno vendette e altro odio, odio nuovo, odio che prima non c’era.
Perché la guerra è (è sempre stata e sarò sempre) tutto questo. Perché questa è guerra e non “missione di pace”, Guerra e non operazione da boy scout.
Guerra, quella cosa terribile che la nostra costituzione vieta.
Guerra nascosta, guerra occultata, guerra mascherata, guerra dimenticata, guerra ignorata.
Guerra che genera mostri, come quel sergente che ha ucciso di notte 17 persone inermi.
Guerra che ci rende un po’ mostri: ricordate quante lacrime e quanti pensieri commossi per i bambini belgi morti in Svizzera? Nessuna lacrima abbiamo versato, noi che siamo buoni e che andiamo in chiesa, per i bambini afghani massacrati quela notte dal sergente USA.
Ed è anche guerra asimmetrica: Noi non siamo in guerra contro un’altra nazione, ma contro una piccola parte della popolazione dell’Afghanistan. Noi siamo ben visibili, loro invisibili, Noi mostriamo le nostre armi, loro usano quello che possono, anche la loro stessa vita. Loro giocano in casa, noi a migliaia di chilometri da casa nostra. Loro sono afghani, noi siamo stranieri occupanti. Nessuno ci guarda con simpatia e rispetto, nessuno ci aiuterà mai a sfuggire ad un attentato.
Allora tutti noi cittadini italiani abbiamo il diritto e il dovere di chiedere a voce alta:
- A che serve, oggi questa guerra?
- Quando si potrà dire “Fermiamoci, non c’è più motivo di continuare”?
- L’Italia ha la facoltà di dire “basta, non ho più vite nè soldi da spendere, io lascio”?
- Perché a tutt’oggi, dopo otto anni, tutto ciò che succede in Afghanistan non viene reso pubblico in Italia?
- Perché in un periodo di difficoltà economiche tanto drammatiche non si pensa (o non si è autorizzati) a tagliare le spese di guerra, senza le quali sarebbe possibile risanare il bilancio dello Stato?
mercoledì 28 marzo 2012
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