giovedì 22 marzo 2012

L'esempio di Clooney e un sit-in per la Siria

rivistadellunedi 21/3/2012
La notizia dell’arresto di George Clooney mentre partecipava ad un sit-in per ricordare il dramma del Darfur ha fatto il giro del mondo.
In poche ora milioni e milioni di persone sono venuti a conoscenza di questa Regione di confine tra il Sudan e il Sud-Sudan, della morsa della fame e della sete in cui è stretta dal Sudan. E la conoscenza dell’esistenza di un dramma è il primo passo verso la sensibilizzazione, a cui segue la mobilitazione.
Il bravo, fascinoso e popolare attore è stato arrestato a Washintono, sotto l’ambasciata del Sudan assieme a molti altri manifestanti. Tra questi cìera suo padre Nick, giornalista da sempre impegnato nelle lotte per i diritti dei reietti del mondo.
Pochi giorni prima del suo arresto (durato poche ore) Clooney aveva incontrato il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ela Segretariadi Stato Hillary Clinton per lo stesso motivo, il che la dice lunga sulla credibilità di Clooney in questo suo impegno.
Speriamo che qualcuno dei volti noti italiani voglia seguire la sua strada, invece di limitarsi a fare comizi e prediche senza finalità precise o con tante finalità da sembrarne privi.
Io, da parte mia, pur non essendo un volto noto né un giornalista letto e ascoltato, provo un po’ di vergogna.
È da troppo tempo che sento parlare della Siria, delle decine di migliaia di cittadini massacrati dal loro stesso esercito per ordine dl loro stesso presidente e non ho mai scritto un rigo.
L’esempio di George Clooney è prezioso ed io voglio seguirlo senza esitazioni.
Credo sia giusto cogliere al volo le lezioni che vengono da altri, vicini o lontani, importanti o umili, popolari o poco noti.
Nel mio piccolo cercherò di tenere accesa una lucina sulla Siria più che altro per adempiere ad un dovere, a prescindere dei risultati che possono essere raggiunti. Ma se saremo in tanti, anche se tutti piccoli come me, a parlarne, a ricordarlo ai nostri amici, a tenerci informati e ad informare, sarà come se facessimo un sit-in virtuale a favore del popolo siriano.
Nessuno di noi sarà arrestato per questo e, comunque, nessuno di noi è tanto famoso da fare parlare l’intero mondo.
Ma prima o poi qualcuno si accorgerà di noi. Prima o poi qualcuno più importate di noi si vergognerà un poco e si siederà accanto a noi. Prima o poi l’opinione pubblica, la coscienza pubblica, la solidarietà pubblica cominceranno a pesare e forse l’Italia, l’Europa, il mondo Occidentale proveranno a disarmare il criminale Assad, massacratore del suo stesso popolo, e salvare migliaia di vite umane e la speranza di un mondo migliore.

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