venerdì 27 giugno 2008

Simposio internazionale di scultura

Motta Camastra è un piccolo paese collocato a metà della stupenda Valle dell’Alcantara. È circondata dal fiume, da boschi e da montagne e sul suo cielo non è raro scorgere il lento volo dell’Aquila Bonelli. Sembra una raffinata e timida donzella medievale affacciata al balcone, poggiata com’è sopra un colle che domina la valle.
Ai suoi piedi un dono degli dei: le Gole dell’Alcantara. Questa è una delle parti più strette del fiume, dove esso si ingola, per circa 400 metri in uno spettacolare e impressionante canyon. Ha una larghezza media di 5 metri (ma in alcuni punti addirittura inferiore ai 2 metri) e pareti di prismi basaltici che in alcuni punti raggiungono altezze di circa 50 metri. Un fenomeno naturale che creato pareti come giganteschi bassorilievi scolpiti nella roccia: ciclopiche corde di pietra lavica allungate e affastellate, ora dritte, ora arcuate, ora orizzontali, ora inclinate… colossali opere d’arte della natura donate alla riservata e fascinosa Motta Camastra.
A sua volta la cittadina, all’interno di un progetto di promozione e valorizzazione della Valle Alcantara, rendendore omaggio alla natura ha istituito un Concorso Internazionale di Scultura, perché altre pietre, benché più piccole, siano manipolate, ricevano e conservino i segni dell’arte, per continuare a ricordare al mondo la gratitudine dei mottesi per il dono delle Gole.
Dal 2 all’8 di giugno quindici artisti provenienti da tutto il mondo realizzeranno le loro opere a Fondaco Motta, la frazione di Motta Camastra situata proprio sulla sponda del fiume Alcantara.
La sera dell’ultimo giorno le opere saranno premiate nella piazza di un altro paesino della Valle, Graniti. Un modo elegante e generoso di ricordare che benché le Gole ricadano in territorio Mottese, la loro bellezza appartiene all’intera valle. Ma anche l’occasione per rendere omaggio ad un grande scultore del luogo, Giuseppe Mazzullo, nato proprio a Graniti e scomparso nel 1988, reso immortale, oltre che dalle sue opere, anche da una Fondazione che prende il suo nome.
Pubblicato su “Al Quantar”

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