Grazie alla Festa Europea della Musica, organizzata da
Pippo Cardello, che si svolgerà la sera del 21 all’Arena Santa Croce e che
devolverà parte delle entrate in suo favore, in questi giorni è salito alla
ribalta il nome dell’Istituto Aletta.
A Lentini questo nome è noto a tutti, mentre forse non lo
è la storia antica e nobilissima di questo istituto, né di cosa si occupa, né chi
lo dirige.
Vorrei provare a parlarne perché sono convinto che esso
è tra le piccole cose di cui la nostra città può andare fiera.
La prima ragione per andarne fieri è proprio nel suo
nome. Si chiama così in ricordo e in onore di un nostro concittadino, il
professor Vincenzo Aletta, che negli anni ’50 lasciò in eredità al Comune una
notevole somma di denaro affinché fosse utilizzata per completare la costruzione dell’edificio
dove adesso l’istituto è ubicato, in piazza degli studi. Un cittadino sensibile
e generoso, quindi, come l’ingegnere Pisano, che nella stessa epoca lasciò
tutti i suoi beni al Comune per potere aiutare gli studenti meritevoli e
bisognosi di Lentini. E già che ci sono mi piace ricordare che quello fu il
periodo dei vari Carlo Lo Presti. Carlo Cicero, Alfio Sgalambro, Salvatore
Ciancio, Filadelfo Pupillo, che vestirono di splendore la città con il Centro
Studi, con il Premio Lentini, con le iniziative per la campagna di scavi di S.
Mauro e per l’apertura del Museo Archeologico. Molti di questi erano
lontanissimi dai partiti e dalle persone che amministravano Lentini, ma
sapevano ben distinguere la città dalla politica.
La seconda ragione per essere orgogliosi sta nella
storia antichissima di questa istituzione che, con nomi diversi, gestioni
dapprima religiose poi laiche, e finalità via via modificate ha attraversato più
di 8 secoli, essendovi tracce della sua presenza in città già nel 1275 (nel
secolo di Federico II, del Notaro Iacopo, di Riccardo da Lentini, per
intenderci).
La terza ragione (ma non per importanza) è che l’Ente ,
nei secoli si è dedicato al mantenimento, all’educazione, e perfino alla dotazione
delle ragazze orfane e, in tempi più recenti, di ragazze e ragazzi con problemi
familiari.
Da quando sono stati aboliti gli orfanotrofi in Italia
(2006), l’Istituto presta attività semiresidenziale (dalla mattina al
pomeriggio con pranzo in sede). Oggi prevalentemente si occupa di quei giovani
con disagi familiari e, con attività di tutoraggio scolastico, offre una
preziosissima assistenza alla crescita e all’inserimento nella scuola e nella società
di giovani di potenzialità uguali agli altri ma spesso penalizzate da condizioni
familiari difficili.
L’Istituto è retto da un consiglio di Amministrazione
nominato dal Sindaco, composto dal Presidente più quattro membri, che viene
rinnovato ogni 5 anni.
Il Consiglio attuale, in prossimità di scadenza, ha per
presidente Elio Magnano
Tutte le cariche sono assolutamente volontaristiche e
prive di ogni remunerazione.
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